Partivano e tornavano.
Facevano casa nel tufo o nel cemento, nel bosco in cui piantare una tenda.
Facevano casa nelle persone.
Connessioni neuronali intessevano arazzi di emozioni, sposando un tramonto o il cristallo di luce rifratta
nella liquidità
che non si deposita in banca
e che diventa più blu del pantone, perché quel colore può esistere solo in natura
in Grecia.
In ogni attimo c’era un piccolo tesoro, in ogni passo una conquista.
Nei chilometri dei chilometri si incontrano libri e canzoni, albe e tramonti, acque dolci e salate.
Come quella volta che si sono svegliati alle cinque, pur essendo in vacanza, per catturare ogni goccia rossa d’intensità.
Come quella volta che son rientrati alle quattro, nel buio, dopo aver ritrovato quel poco di buono degli anni ottanta su un palco, da Berlino al Salento.
Ogni ritorno segnava un conto alla rovescia mentre aggiungeva esperienze e sorrisi, e bucati da stendere, e strade da riprendere
per non fermarsi mai.

Diario d’estate by Manlio Ranieri is licensed under CC BY-NC-SA 4.0

Testo e fotografia di Manlio Ranieri

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