“L’inadeguatezza è rabbiosa…piani sfasati di vita che ancora non so cogliere..e sbaglio…e non so fingere…e guardo le sorelle nuvole…vorrei essere altrove, ovunque..carezze di vento…paura ed ennesime spine da sfilare in sordina, diverse questa volta…mai esperite.. Ho imparato dai fluidi, dai solidi…votato la mente all’ascolto, il cuore alla verità…adattamento per sopravvivere, adattamento per morire… ribellarsi? Credere? Affidarmi all’istinto o addormentarmi sul grembo del raziocinio? Potessi davverso scegliere… potessi smettere il sentimento… è così difficile, non so se disperarne o goderne…scarabocchio mai definito, mai stabile….inchiostro perlaceo che l’aria non rapprende e sfila, libero e distruttivo su filigrane infinite…sono così triste stamattina…”

“Sei innamorata!” disse la tigre allo spirito, accucciandosi sul Gargoil accanto a lui.

“E’ una maledizione, amica mia…sono fatto di molecole slegate e caligine, materia volatile…lui è carne io nebbia, gli accarezzo la fronte con la pioggia quando la saturazione dell’aria me lo rende possibile..ma più che guardarlo vivere dall’alto, lontanissimo anche dai suoi pensieri, cosa posso fare? Se avessi davvero un cuore sarebbe gonfio come i nembi prima del temporale…” disse lo spirito delle nubi preso dalla disperazione.

“Accontentarti della contemplazione o rinunciare all’immortalità” ribattè la saggia tigre.

“Non esiste il libero arbitrio, già qualcosa cambia…” la pesantezza della materia s’ invischia alle lamine d’aria dello spirito. Sfuma la trasparenza nel concreto della sembianza: un nuvola s’addensa nel cielo nel primo umano vagito.

“Ti sbagli, mio caro, hai scelto.”

“Possibile che abbia rinunciato all’eternità senza neanche conoscere il suo nome? Chi è costui che ha osato scardinare la mia divina volontà?” disse lo spirito incredulo, mentre tendini, ossa e sangue gli germogliavano dentro come un’edera imbattibile, donandogli delicate forme femminili.

“Lui non è nessuno, sei tu che l’hai eletto tra milioni di uomini. Ora dovrai scoprire perché” disse la tigre ridendo.

“E se non dovesse amarmi? Morirei…”

“Potrebbe accadere, ma che gusto c’è a non rischiare? L’azzardo non è follia, ma verità. Ti resterà pur sempre qualcosa: se non amore, l’esperienza e il coraggio. Se non vorrà ascoltarti ci sarà un altro uomo che vive nell’attesa delle tue parole. Se invece ti presterà orecchio non t’importerà più di morire…”

La tigre e la donna guardarono per l’ultima volta nella stessa direzione, dalle sommità del cielo.

© Delia Cardinale

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