La teoria del caos
“Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”
Il primo criterio che un sistema deve seguire per definirsi caotico è la “sensibilità alle condizioni iniziali”(o “effetto farfalla”) : a variazioni infinitesime degli ingressi corrispondono finite variazioni delle uscite. Ciò vuol dire, ad esempio, che il fumo di più fiammiferi accesi, a parità di condizioni, segue di volta in volta traettorie differenti. La teoria del caos, applicata a modelli matematici e fisici, nasce dal “problema dei tre corpi”che consiste nel calcolare, dati posizione iniziale, massa e velocità degli stessi, l’evoluzione futura del sisitema che costituiscono. Questo tipo di problema, afferente alla dinamica, non risponde alla legge gravitazionale di Newton, valida solo in un sistema costituito da due corpi. Tutte le soluzioni trovate , a livello numerico o sulla base di perturbazioni, non sono universalmente valide, ma descrivono il sistema per un determinato lasso di tempo oltre il quale esso si evolve in modo imprevedibile. (soluzioni analitiche sono applicabili a diversi casi pratici di sistemi a tre corpi solo se la massa di uno di essi è trascurabile-satelliti artificiali- o se due corpi orbitano intorno ad uno centrale- sistema sole-terra-luna)
La teoria del caos è applicabile a diveri ambiti: economia, politica, finanza, psicologia,storia, biologia, fisica, matematica, geologia…
La mia umile riflessione vuole applicare questa teoria ai rapporti umani. Astrattamente una coppia-sistema binario- segue direzioni note e prevedibili. Il caos subentra quando un terzo elemento viene messo a parità di condizioni rispetto ai primi due. Il sistema umano si piega in direzione delle variabili e trascendendo, di emozioni ignote, non calcolabili, sempre e comunque nuove. Il senso dell’insoddisfazione generale che regna a livello sociologico nel mondo occidentale, sta forse proprio nel limite del “sistema binario”. In un mondo dove il sentire si sgretola in abitudini, agi, tecnologia e sovrastrutture credo sia percepibile un generico desiderio di cambiamento. È come se tutti volessero evadere per raggiungere un’autenticità perduta o più probabilmente mutata, trasformata in direzione della specie che si evolve senza posa.
Invito alla riflessione tutte le personalità ulissiache, dedite alla scoperta e alla sperimentazione, in qualche modo esauste e soprattutto coraggiose. Costruzione o distruzione non sono riconoscibili alla partenza: il nuovo è sempre potenzialità indeclinata.
Delia Cardinale