Venti, carezze e suoni: PalauArte 2014
La decima edizione di PaluArte 2014 si è conclusa, i ragazzi sono tornati a casa.
L’isola è rimasta nel cuore.
Tutto resta e chi si esprime con l’arte lo sa bene.
Quello che l’arte riesce a trasmettere è l’incontro tra la nostra anima e la sua proiezione nel mondo.
Quando l’arte è sincera procura quel sentimento che chiamiamo felicità.
Ci ricorda e ci fa vivere, rivivere lo stupore che abbiamo provato di fronte ai primi tramonti d’estate e nelle albe dei nostri amori più intensi e la bellezza della rappresentazione riesce a dare e costruire il senso della nostra vita e offrirlo anche a chi tenta di costruirlo.
Incastri e legami ci restituiscono il nostro io.
PalauArte dopo dieci edizioni conserva la sua energia, la sua poesia e il messaggio che la vita ha bisogno di essere intrisa di arte e di poesia.
Questa splendida esperienza formativa parla di arte, di luoghi dell’anima, e del posto in cui è stata ideata: la Gallura, che ha ispirato e ospitato i ragazzi che vi hanno partecipato e che ha creato un intreccio magico di intenti e di emozioni.
PalauArte ci ha ricordato che i luoghi ci parlano, che le energie vanno assorbite, che le identità vanno rispettate e amate nel profondo.
L’opera vincitrice di PaluARTE 2014 è “Venti carezze” di Luca Staccioli, dell’Accademia di Belle Arti di Genova.
Il secondo posto è stato assegnato a Linda Capriati, dell’dell’Accademia di Belle Arti di Bari.
La sua opera è “Sguardi minureddi”.
Il terzo posto è stato assegnato a Maurizio Modena dell’Accademia di Belle Arti di Torino per la sua opera “Pacchetto vacanze”.
I premi speciali della giuria vanno a Dārta Sidere per la sua opera “La terra chi suona” e ad Eric Casagrande per la sua “Sa Mamma”.
Ideazione e progettazione
Alex Egger
Organizzazione
Maria Teresa Scanu, Laura Brandano, Teresa Avesano, Gaetano Fanelli, Gianni Feramosca, Maria Malu, Greta Grillo, Francesca Bernanda, Nicoletta Egger
Media Partner Annalisa Falcicchio, Colori Vicaci Magazine
Grazie a tutti per le belle emozioni.
Testo e Fotografie © Annalisa Falcicchio