Il fenomeno di Koebner
L’aureola bruna dell’insonnia inverte le sinapsi.
Quel suo continuo pensare come la fretta del guanto a rovescio e del pastrano sulla sedia. È tardi.
Falangi lunari dalle imposte e un vuoto viscerale.
Assuefatto a questa tenebra vede nel buio il profilo delle cose. Tra le dita il toscanello lasciato a metà e il ricordo del lungofiume che sfuma nell’Atlantico.
La sagoma della camicia sulla sedia gli riporta alla mente la toque di quella donna. Il vento dell’oceano l’aveva portata sulle sue ginocchia distratte.
Così la vide, col suo cappotto cammello e gli stivali alti.
Avrebbe voluto tenere per sè quel buffo cappello blu. Ma lo restituì alla donna che guardava verso di lui.
Faceva freddo, poi caldissimo, poi la Siberia.
Aveva sentito l’odore delle sue lenzuola e il sapore del suo corpo. Ma tutto è adesso sfocato e lontanissimo, come le vecchie fotografie dimenticate nei cassetti. E non sa perchè, non sa perchè, ripensa proprio a lei. Saranno passati secoli dall’ultima volta che l’ha vista.
A braccetto con uomo distinto, sul lungofiume. Una bella coppia borghese, direbbe qualcuno. Ne sono passati di anni…e di donne. Ma il suo cuore ruvido e impietoso gli disegna dentro e intorno quel suo profilo bugiardo. Non aveva neanche avuto il tempo di penetrarla che già s’era sciolta nell’aria. Ricordando quella sensazione era stato come abbracciare uno spettro, come abbracciarsi da solo. Cosa gli ha dato dopotutto?
Una qualche bellezza e parole di vento.
Avrebbe voluto conoscerla almeno, per dire a se stesso che era una troia qualunque o Santa Teresa. Ma non l’avrebbe mai saputo. Neanche adesso, dopo anni. Ed è, questa donna, come il simbolo del possibile,e non intrinseca possibilità. Il fenomeno di Koebner che smaschera la malattia. Dopotutto dal primo appuntamento scrisse dei quattro stracci e ascoltò Guccini: aveva previsto tutto. E Cassandra la percezione, mentre il cuore San Tommaso. Non voleva credersi, ma ebbe l’ardire di credere a lei. E la gente poi, parlandogli per strada, sorride del suo cinismo e della malafede. Lui risponde sorridendo. Gli altri non sanno nè devono sapere il modo in cui sente: sarebbe come trovarsi nudo in chiesa.
E lei sembrava quasi reale: questo lo travolse in quell’istante, in quell’ora.
Aveva ricominciato a suonare il violino nei pub, giù al porto.
Delia Cardinale