Il sogno di Ester
Prigione a pareti convesse questa tua paura, Ester. Il mondo è sferico come il tuo carcere, ma mille volte più grande. Evadi. Oltre quelle sbarre ci sono nastri colorati, biancheria di seta, pelle sconosciuta, prati verdeggianti, odori d’agape,vino dolcissimo, carezze accennate, muti respiri, fiale d’ambrosia, dita sottili, sguardi concentrici, lucidi specchi, sentieri condivisi, improbabili baite, quarzi indolenti, esotiche viste di golfi, tutte le città in una sola…e c’è il mare. Ester, c’è il mare. Ricordi i sogni e i racconti d’avventura? Le storie di pirati e isole e forzieri? Quante volte hai coperto un occhio con la mano? E le barche di legno, i pescatori, l’alta marea, il profumo delle onde? Tutto ciò che il tuo sguardo avido di creatura terrestre ha solamente immaginato, è là, a due centimetri dalla tua mano. Afferra ciò che l’urgenza del desiderio suggerisce di sottecchi. Ma tu resterai ferma, vero? Temi l’annegamento. Ti senti così piccola da non meritare la gloriosa enormità del mare, bifronte gigante che nasconde sotto il mantello, insieme, vita e morte. Ci sono gli intenditori e tu sei acerba. C’è l’ignoto che respingi, demone che già ti ha strappato le viscere, un tempo. Ma forse il fio l’hai pagato: è ora di raccogliere il frutto di ogni errore.
Ti conosco, hai smesso di rischiare: meglio l’esperita scialuppa che l’ammiraglia senza varo.
E poi, Ester, pensi che nulla di ciò che la tua fantasia cuce con zelo, possa esistere davvero.
Non c’è niente là fuori, solo fantasia.
© Delia Cardinale