Sigurdur Gudmundsson

Vuoi lavorare nell’ambito delle risorse umane?
Trova il corso o il master che fa per te su Bakeca.it!

“Prima mi rattristava molto il sembrare un uomo ridicolo. Non sembrare,ma esserlo. Sono sempre stato ridicolo e lo so,  forse fin da quando sono nato. Credo di averlo già saputo fin da quando avevo sette anni.
Sono andato a scuola, poi all’università, e più studiavo, più imparavo che ero ridicolo. Così che per me tutta la mia erudizione universitaria alla fine esisteva soltanto per dimostrarmi e spiegarmi, mentre si accresceva sempre più, che ero ridicolo.

Così come nello studio, mi accadeva nella vita. Col passare degli anni cresceva e si rafforzava in me la coscienza del mio essere ridicolo sotto tutti gli aspetti. Tutti ridevano di me, sempre. Ma essi non sapevano e non sospettavano che se al mondo c’era un uomo ridicolo che più di tutti era cosciente di esserlo, quello ero proprio io, e questa per me era la cosa più oltraggiosa, il fatto cioè che essi non lo sapessero;
ma qui la colpa era mia: sono sempre stato così orgoglioso da non voler mai e per nessun motivo riconoscerlo con nessuno. Questo orgoglio è
cresciuto in me con gli anni, e se mai fosse accaduto che davanti a qualcuno mi fossi permesso di riconoscere quanto ero ridicolo, allora subito, quella sera stessa, mi sarei fatto saltare le cervella con un colpo di pistola. Oh, come ho sofferto durante la mia adolescenza pensando che all’improvviso, senza riuscire a trattenermi, avrei confessato tutto questo ai miei compagni. Ma da quando sono diventato un giovane uomo, sebbene ogni anno di più fossi cosciente della mia orribile peculiarità, non so perché, sono diventato più tranquillo.
Sì, non so perché, fino ad ora infatti non sono ancora riuscito a capirlo. … A un tratto ho sentito che per me era lo stesso se il mondo esisteva, o se nulla ci fosse stato in alcun luogo… Questo si manifestava perfino nelle minime sciocchezze: accadeva, per esempio, che camminando per strada urtassi qualcuno. E non perché fossi soprappensiero: a che cosa avrei dovuto pensare? Allora avevo smesso completamente di pensare, per me nulla aveva più importanza.
Avessi almeno risolto i miei problemi; non ne avevo risolto nemmeno uno, e quanti ce n’erano? Ma per me TUTTO ERA DIVENTATO SENZA IMPORTANZA e tutti i miei problemi li avevo rimossi.
Ecco, dopo questo ho conosciuto la verità.
( Il sogno di un uomo ridicolo_ F. D.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*