Estate
L’estate è una stagione dell’anima.
E’ la stagione in cui ti va di ascoltare musica allegra e spensierata, in cui il sole brucia implacabile e ti spinge a trovare refrigerio in qualsiasi specchio d’acqua, dal ruscello di montagna al mare. E’ la stagione in cui ti fai beffe degli orari: ti svegli senza fretta, vai in spiaggia dopo aver letto una decina di pagine di un bel libro e ti ritiri quando non ne puoi più, lasciandoti alle spalle l’ora del pranzo, spesso senza curarti del brontolio dello stomaco che, rassegnato, dopo una mezz’oretta, smette di importunarti.
L’estate è la magia della mancanza delle regole che attanagliano la tua vita borghese: puoi dormire in spiaggia o in tenda, rinunciare alla comodità di un bagno tutto tuo, saltare da un concerto all’altro, da un cinema all’aperto a una sagra per occupare ogni serata, dovendo lottare solo contro l’imbarazzo della scelta. E’ il sole che tramonta oltre le 20, sulla spiaggia, allungando le ombre che giocano ancora a racchettoni e quelle sedute – romanticamente – ad osservare il mare che si tinge d’arancio.
Ma l’estate è anche questa felicità straripante, anarchica, senza alcun padrone, che non aspetta di essere sovvertita da un momento all’altro da un repentino adombramento del cielo attorno a te. Non dipende da nessuno, non è soggetta agli inspiegabili e immediati sbalzi d’umore di altre persone, anzi: coinvolge chi ti sta intorno, diventa contagiosa, ti spinge a socializzare, stringere rapporti, consolidare affetti. In estate gli amori sbocciano o si bruciano, a seconda di quanta acqua gli sarà stata concessa.
L’estate si riempie dei colori carichi della saturazione eccessiva, regalata dalla luce accecante del sole, di sorrisi distesi e senza stress. E’ la stagione in cui puoi leggere ovunque: in spiaggia, su una sedia a sdraio sotto un albero, sul bordo di una piscina, al bar davanti a una birra gelata, su un’amaca.
L’estate è una stagione dell’anima. Contagiosa e calda, avvolgente e indimenticabile.
(FOTO E TESTO M. RANIERI)
