La fotografia perfetta
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La stampa da pellicola tende a ingiallire, negli anni.
Nelle stampe a getto d’inchiosto i colori perdono tonicità.
Le stampe laser sono molto costose.
Le fotografie digitali, viste sul monitor del PC, non cambiano col tempo però uno sbalzo di tensione potrebbe bruciare l’hard disk, o una formattazione avventata svuotare la scheda SD.
Poi ci sono fotografie che non sbiadiscono, non si cancellano, non scompaiono: sono tenaci, e vivide.
L’obbiettivo sono gli occhi e la pellicola – o il sensore – è da qualche parte, nel profondo, e devi scavare parecchio in profondità fra viscere e arterie, fra cuore e polmoni per localizzarla.
Tuttavia è così ben nascosta che non vi arriverà mai un dito insolente capace di cliccare con leggerezza sul sì alla domanda “vuoi formattare”?
Quelle foto ti rimangono dentro, mentre il fotografo che è in te reclama vendetta perché gli hai fatto perdere l’occasione di quello scatto grandangolare perfetto: il tramonto da una parte, che disegna contorni arancio acceso su uno skyline di case economiche, ringhiere arriggunite, muretti sbriciolati e palme isolate, che tende a confondersi in una linea frastagliata e scura, e come cornice a quell’ultimo accenno di sole sembra quasi bello; il mare di fronte, liscio e lento, solcato da un paio di barche di pescatori e striato dagli ultimi riflessi del cielo rosato; la luna piena dall’altro lato, appena sorta, nella luce velata del crepuscolo, quasi miracolosa nella sua maestà, nella discrezione con cui si è staccata dall’orizzonte senza avvisare e ha rubato la scena a tutto il resto, sapendo di essere la protagonista assoluta della notte da quel momento in poi.
Tu ascolti quella voce interiore che protesta, defraudata del suo diritto allo scatto, e le ridi in faccia: gentilmente le chiedi di tacere perché tanto sai che quell’immagine la custodisci al sicuro.
Per una volta hai rinunciato alla tua reflex, alla compatta, persino al telefonino, a Instagram, a decine di Hastag tipo #Sunset #LunaPiena #TramontoSulMare #Bellezza, alla condivisione su Facebook.
Per una volta hai pensato a vivere.
Manlio Ranieri
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