E’ il 1975, è la New York del CBGB, dello Studio 54 e della Factory di Warhol, è la New York sfavillante quanto le mirror balls appese nei  suoi clubs.

Debbie Harry e Chris Stein mettono in piedi una band, gli “Angel and Snake”, reclutando Clem Burke alla batteria, Gary Valentine al basso e Jimmy Destri alle tastiere. Il gruppo ha le idee chiare, soprattutto la biondissima e bellissima cantante. Sarà lei la musa ispiratrice per quel nome-manifesto che rispecchierà non solo il carattere quasi sfacciato della Harry, ma le caratteristiche di una sonorità che si muove a testa alta tra il punk, la new wave e la musica dance.

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Così nascono i Blondie e dopo quarant’anni sono ancora in tour a raccontarlo. Ma non solo, è lo stesso Stein a documentare fotograficamente una generazione che si veste contemporaneamente di borchie e lustrini. Appassionato e studente di arti visive, il chitarrista scatta istantanee sui momenti privati e patinati dei Blondie e degli ambienti musicali newyorkesi del tempo, richiamo per Ramones, Iggy Pop, David Bowie e tanti altri persino della scena dark britannica, come Siouxsie and the Banshees e Bauhaus più tardi. Tutto questo in una mostra dal titolo “Chris Stein/Negative: me, Blondie and the advent of punk”, ospitata alla Somerset House di Londra fino al prossimo 25 gennaio. Musica arte ed anche letteratura: l’accattivante storia dei Blondie infatti è contenuta nell’omonimo libro (Rizzoli New York, 220 pagine, circa 35 euro).

Somerset House,

Strand, London WC2R 1LA,

United Kingdom

Ingresso gratuito

 

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