What’s the story? Pink Floyd live at Pompeii
Un live surreale. Girato a Pompei, tra il 4 ed il 7 ottobre del 1971, nacque da un’idea del regista, Adrian Maben già in trattativa con i Pink Floyd per la realizzazione di un docufilm sulla band. Maben in vacanza con la fidanzata nella cittadina campana, perse il passaporto e all’imbrunire tornò a cercarlo tra le rovine dell’anfiteatro romano. Il tramonto e la magia di quel silenzio lo illuminarono. Il suo film l’avrebbero girato proprio lì.// <![CDATA[
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Nell’anfiteatro sono stati registrati “One of These Days”, “A Saucerful of Secrets” ed “Echoes pt. I e pt. II”. Tre giorni di riprese con l’elettricità recuperata grazie ad un lungo cavo che collegava la strumentazione (arrivata da Londra su grossi camion), direttamente al Municipio di Pompei. A causa di alcuni problemi tecnici “Careful with that axe, Eugene”, “Set the Controls for the Heart of the Sun” ed alcune delle scene finali, furono invece registrate a Parigi grazie ad una tecnica chiamata “Transfix”. Adrian inoltre conosceva una certa Madonna Bouglione, figlia del proprietario di un circo che diventò il set per le altre riprese. Madonna intanto, girava per le strade di Parigi con un enorme levriero di nome Nobs ed un giorno si presentò ai Pink Floyd. David suonava l’armonica, Roger la chitarra, Richard teneva microfono e cane sul tavolo, così nacque “Mademoiselle Nobs”. Molto del materiale andò perduto poco dopo, così come ammise lo stesso regista, per questo in “One of these days” il protagonista assoluto delle inquadrature è Nick Mason.
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La storia nella storia, dopo 43 anni, è ancora tutta qua immutata e inebriante. Come quella delle statue, delle maschere allegoriche, dei dipinti e dei mosaici delle antiche ville, rimasti sepolti sotto la cenere per millenni. Volti che nei chiaroscuri di un sole autunnale, si alternano a quelli dei giovanissimi Pink Floyd con la stessa struggente bellezza.