Guardando morire il mio universo in una scatola. Quel betta splendens che mi somiglia: un soldato orgoglioso con la pinna atrofica. Il Diavolo Rosso. Come avevo chiamato il  minnow con l’elica rotante. Il proposito fermo della cattura, attraversando il fiume anche se non so nuotare. Una conca di plastica nera con la canna e gli artificiali e io dietro a muovere le pinne, aggrappato a tutto l’essenziale: un guado indimenticabile. I graffi delle canne palustri spezzate, qualche cefalo che saltando ricade in acqua con un tonfo. Intorno gerridi e pini marittimi. Una pace. E poi c’era tanto da camminare, in mare e nella boscaglia incolta, per arrivare al braccio. Dopo la foce del Basento. Rocce artificiali tangenti il litorale: un tentativo di porto sprofondato. E non ci poteva arrivare anima viva, solo strida di gabbiani e cinghiali al tramonto. È una tecnica difficile lo spinning.  L’artificiale con la girella sul trecciato della canna e mille lanci. L’esperienza del mio amico era legge: muovevo il Diavolo Rosso sulla superficie del mare ascoltando ogni sua parola. Piccoli strappi con la canna, regolari, a simulare un pesciolino morente. Una specie d’altalena con la lenza.   E , di tanto in tanto, giri di mulinello. Niente, per ore. Nessun predatore attratto dall’esca e la pelle bruciava  sotto il sole meridiano. La torsione del torace ad ogni lancio m’indeboliva,  si mangiava qualche lumaca di mare cruda, presa tra le rocce. Non sentivo caldo, non sentivo niente. Tutta l’attenzione sul Diavolo a pelo d’acqua. Poi la mangianza e i cefali terrorizzati. Il lancio, chirurgico, sulle bolle. Il Diavolo Rosso è in gola al Serra e il pesce tira, tira…si attiva la frizione del mulinello: zzzz!!! La musica più dolce. Lo stanco dandogli lenza. Le braccia sempre più dolenti. Al punto che sto per mollare. Ma lo vedo, lo vedo: il Pesce Serra salta dall’acqua, è grosso, combatte. Non so quanto è durata. Alla fine siamo stremati entrambi, ma io resisto: allungo il guadino ed è mio.  La cattura più emozionante della vita. Il Diavolo Rosso è in pezzi, tra le fauci della preda. Ma non m’importa. Il Serra è mio!

Un inchino al mare, al tramonto, alla forza e alla pazienza.

Poi lo lascio andare, guarirà, sarà più forte.

Avrà capito che i diavoli esistono e saprà come evitarli.

Delia Cardinale

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