Supernova
Ci sono momenti in cui il mondo si ferma.
Il bello è che non succede dappertutto, magari solo in un posto preciso.
Le chiome degli alberi scosse da un refolo intermittente di vento, qualche animale lontano.
Lontano.
Si condensa, il mondo.
In una carezza.
In un bacio.
O.
Si condensa così tanto da diventare una goccia concentrata di liquido, ma così concentrata da non sembrare neanche più un liquido.
Ci sono momenti in cui il mondo esplode, come una supernova.
(Dal dizionario Treccani: supernova (o Supernova) s. f., lat. scient. [comp. di super- e nova (o Nova)] (pl. supernovae ‹-nòve›, e più spesso supernòve). – In astrofisica, stella che all’improvviso e in misura eccezionale aumenta di luminosità, passando in pochi giorni, per es., dal limite di visibilità a una delle prime magnitudini, ed esaurendosi poi nel giro di pochi mesi. Si ritiene che le supernovae abbiano origine da stelle di massa iniziale superiore 1,4 volte a quella del Sole)
Masse enormi, collassate in se stesse.
Energia.
Un sorriso.
A volte un sorriso scava fossette sulle guance, altre volte no.
Il mondo si ferma in quel punto e non esiste più niente di tutto quello che c’è fuori, viene offuscato dalla luce, dall’energia.
E non so se è un bene o un male, perché fuori ci sono cose brutte, anche.
O cose a cui preferiresti non pensare, ma non è bene, perché dovresti sempre tenerle a mente, non perderle di vista.
Ma non ora.
Non ora che questo piccolo pezzo di mondo si è fermato e risplende di luce proprio come in un’esplosione o un’implosione o che diavolo è e che vorresti che non riprendesse mai a girare ma sai che deve farlo però che palle perché non puoi fermarti un po’ di più solo un po’ e dai?
Ma tu lo sai.
Che il segreto non è
fermarlo
Ma iniziare a girarci insieme, seguirne la velocità di rotazione su se stesso, sul suo asse, come una danza.
Una danza bellissima.
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