La coreografia del corpo: Aëla Labbé
“Condividere la mia visione è un bisogno e un obiettivo. Dopo aver guardato attentamente il mondo, provo a trasferirgli un po’ di magia che porti speranza e fantasia, il mio modo personale di resistere al materialismo e all’assenza di sogni”
Nei suoi scatti, infatti, è evidente la particolare attenzione data agli elementi della composizione: corpo, spazio e tempo.
Corpi che sembrano sospesi, leggeri, spesso in stretto contatto con una natura talvolta disperato.
In una intervista racconta: “La fotografia è entrata nella mia vita in un periodo difficile: è stato circa due anni fa, lavoravo come ballerina ad Amsterdam e sono stata protagonista di un fatto spiacevole che purtroppo, mi ha colpita fisicamente e psicologicamente. Sono tornata così in Francia dove ho dovuto ricominciare da zero. La fotografia mi ha aiutata molto, ha riempito la mancanza di creatività, ho visto la vita da un’altra prospettiva e ho ritrovato la bellezza dove prima vedevo solo disgusto.”
“Se dovessi descrivere i miei scatti li classificherei come nostalgici, romantici, senza tempo, sognanti e allo stesso tempo malinconici, talvolta devo dire anche oscuri; inoltre, l’infanzia è un tema ricorrente e quasi essenziale nelle mie foto, per me è un paradiso perduto,il “luogo” dell’innocenza: una terra di fantasie, ma anche di paure.”