Il treno è gremito. Sono le otto e ventinove. Vociare e colori.

Vorrei sedermi e chiedo ad un ragazzo: “Si apre? (intendo l’altra metà della porta scorrevole) … Voglio copiarti”

Mi sorride e mi aiuta ad aprire la porta che divide un vagone dall’altro e mi siedo accanto a lui per terra sui gradini.

Capelli lunghi, legati, ricci, tanti, barba, viso angelico.

Legge un libro a fumetti.

E’ tutto più bello quando si entra –  penso – quando si legge, quando si osserva e non ci lasciamo ferire dalla piastra siberale o incandescente della superficie.

Mi interrogo sulla sua vita, sulle sue braccia grandi e forti.  Ha uno zainetto nero e una borsa per il pc, uno sciarpone di lana grossa lavorata a mano color carta da zucchero, un braccialetto di rame, un dolce anellino d’oro su grandi mani, un orecchino d’osso sferico.

Abbiamo in comune occhi come carta assorbente e pellicola.

Occhi di lama.

Testo e fotografia di © Annalisa Falcicchio

Licenza Creative Commons
I racconti del treno – Giorno color carta da zucchero di Annalisa Falcicchio è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*