Lunga attesa: ben ripagata
Sarebbe decisamente riduttivo limitarsi a dire che i Marlene kuntz, con il loro decimo album in studio, siano tornati alle origini.
Senza dubbio l’affermazione contiene diversi elementi di verità, ma non è esaustiva.
“Lunga attesa”, infatti, ci regala diversi episodi che suonano vicini agli anni ’90 – e quindi agli esordi della band di Cuneo – in maniera piena e soddisfacente, ma personalmente ci ho trovato anche molto altro. A mio avviso sarebbe più corretto affermare che quest’ultimo album ripercorre in maniera esaustiva tutta la storia dei Marlene, ma lo fa sempre con energia e chitarre in primo piano.
Se è vero, dunque, che ci sono diversi brani che ricordano appieno lo stile di “Catartica” (“Narrazione”, “La noia” e lo stesso singolo “Fecondità”, la cui scelta è un messaggio chiaro e inequivocabile) non si può negare che molte altre canzoni riportino alla mente altri periodi storici della band: da “La città dormitorio”, che richiama il momento più paranoico di “Il vile” e “Ho ucciso paranoia”, a “Il sole è libertà” e “Leda” che invece sono un tuffo negli anni 2000 oppure, se preferite, nel più recente “Nella tua luce”. Non mancano neanche episodi vicini alle atmosfere cantautoriali di “Uno”: su tutte “Un po’ di requie” e “Un attimo divino”.
Insomma: “Lunga attesa” è un album che sa essere cattivo e tagliente – anche nei testi e nelle attitudini – ma non butta all’aria il percorso di maturazione che il gruppo ha affrontato negli anni. In ogni caso si tratta di un lavoro energico, sporco ma anche melodioso e, soprattutto, credibile; quest’ultimo non è un aspetto da trascurare, perché se dei cinquantenni – indiscutibilmente maturi dal punto di vista artistico – decidono di registrare un disco di rock e di farlo in maniera estrema il rischio è quello di apparire fuori tempo massimo.
Rischio ampiamente scongiurato, nel caso dei Marlene kuntz, ma chi ha assistito al tour celebrativo di “Catartica” non poteva avere dubbi, in proposito.
Adesso vi lascio e mi godo “Sulla strada dei ricordi”: forse le mia preferita.
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