Aspettano e non parlano, si distanziano infine salgono. Sono molto diversi ma ovviamente, come tutti, hanno molte cose in comune; a guardarli bene, soprattutto se ci si siede di fianco e si distoglie lo sguardo dalla strada monotona, sembrano due modelli di gesso, due modelli di gesso colorati di giallo e bianco. Il bianco è il colore dell’elmetto.
No non sono soldatini! Sono operai da cantiere! Ma questo è quello che ci dice l’immaginazione, i sensi ci comunicano che dinnanzi a noi ci sono due esseri semplici, silenziosi, veri.
Questa sera mi vien di paragonare la verità ad una pioggia improvvisa, torrenziale che si abbatte solo su alcuni individui e rinfresca solo alcuni lidi; ci sono dei posti nel mondo, ad esempio l’Africa, in cui abbiamo delle precipitazioni molto basse, le oasi sono i punti di ristoro, e ciononostante c’è acqua a filigrane nell’aria! Perché?
Ma come perché? Per il motivo di prima zuccherini! Perché questi uomini sono veri! Sono fradici, pieni di tanta tanta verità!La logica superficiale è l’arte dei pargoli, detto questo io potrei pensare che qualcuno in questo esatto momento potesse dire “ma allora se la verità è l’acqua e l’acqua è la vita, allora (questo “allora “che si congiunte con guanciotte rosa chiaro con punti rossi , e anche molto gonfie) la verità è la vita?”
Rispondiamo insieme a questo quesito, rendendolo più chiaro così possiamo ingannarci meglio: “è con la verità che si vive bene?”
La riposta miei cari è “no!”. Con la verità si vive malissimo e si perde qualche organo interno, specie fegato.
Quindi gli africani vivono male? Voi che dite? Io direi proprio di si. Come c’è continuità tra scimmia e uomo sapiente così c’è continuità tra salinger e il primo indigeno che trovate tra le fronde della Nigeria.
Uomini tempestati dalla verità! Tristi tristissimi macerati ma poi felici?
Questi caratteri interiori a mio avviso si addensano dentro le cavità di quelle sagome di cui ho parlato all’inizio, i due pseudo – soldati, pseudo-operai originali, i due sempronii che vedo spesso sulla corriera di ritorno a casa (la corriera!!!!). Dentro di loro secondo me c’è verità, sono stati colti alla sprovvista un bel giorno della loro vita ingenua (o meglio idiota, si usano le parentesi nei racconti? ) da adolescenti da questo bel temporale che li ha inzuppati come due biscotti in una tazza da colazione. Prima, lo leggo nei loro occhi da ballerini, erano come dicono le donne “eterni bambini” “ incoscienti” “infantili” poi però hanno messo la testa a posto e si lavora. A proposito di mettere la testa a posto, secondo lei , si dico a lei lei che siede appeso al soffitto a fa finta di non vedere Laura e Chiara che sono invece sedute sotto il divano, dico sempre a lei, lei pensa che “mettere la testa a posto” sia un’espressione corretta? Si può mai mettere la testa a posto?
Il tale perde la testa.
I due pseudo pseudo et cetera e cetrioli, sempre continuando nella descrizione della loro vita, ad un certo punto dicevo si metaforizzano in biscotti da colazione ed ecco che la verità li battezza! San Giovanni battista ci condanna alla morte-vita! Ora niente più festini per cuccare, niente più macchine con musica a gogo, niente più queste cose “da bimbocci” ora il sorriso diventa pietra mobile, va e viene dal portale. Dal portale si entra e si vede la faringe, niente di che.
Serietà!Comincia il lavoro per i due, mattina sveglia presto, sera cena presto e poi dormire magari solo dopo aver visto un film che nemmeno si voleva vedere, almeno in quel momento; il lavoro, la regolarità la fissità che l’uomo cerca a tutti i costi che sfuggire al caos, per poter dire “io mi sveglio presto la mattina sapete! E voi?” questo senso di rivincita condiviso largamente ad esempio nelle assemblee di condominio oppure nelle trasmissioni tv, ebbene quella regolarità che uccide la fantasia e schiaccia la volontà di volere veramente quello che si vuole.

Un racconto breve di Giovanni Sacchitelli (Foggia, 1988)

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