Un cortocircuito è un collegamento fra due punti di un circuito che ha resistenza nulla, ciò impone una tensione nulla (o trascurabile) ai suoi capi e non impone vincoli sulla corrente che passa attraverso di esso [Wikipedia].
Un cortocircuito, aggiungo, avviene quando i due poli di un generatore di tensione vengono messi in contatto diretto fra loro.
Se non fosse abbastanza chiaro, insomma, un cortocircuito è un istante in cui due elementi distanti e con caratteristiche diverse vengono in contatto, generando una scarica di energia di potenza devastante.
Quando un adulto incontra il se stesso bambino, ad esempio.
Nella luce di un crepuscolo morbido gli ritornano alla mente certe sensazioni di quando, da piccolo, tornava da una gita con la famiglia e ne riassaporava le emozioni, immerso nel torpore indotto da un’intera giornata fuori di casa, i giochi e l’aria frizzante, limpida; e gli succede ora che quella famiglia quasi non c’è più, o che – quanto meno – non potrebbe mai più regalargli giornate come quelle.
E’ lì che arriva il corto circuito: rivivere una bellezza di intensità simile, sebbene profondamente diversa, e riconoscerne gli ingredienti che hanno reso unica quella ricetta: la luce ovattata dell’imbrunire, la canzone splendidamente incastonata fra dolcezza e melanconia, la simbiosi mentale perfetta, la condivisione della bellezza perché -ricordando Into the wild – “la felicità è reale solo se condivisa”.
Quando, da adulto, recuperi le emozioni che hai stipato nelle cassette di sicurezza della tua infanzia, vuol dire che sei nel posto giusto con le persone giuste.

Testo e fotografia di Manlio Ranieri

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Il cortocircuito delle emozioni di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
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