Quando resta solo un pezzetto di noi il punto di vista che possiamo maturare non è solo uno. E possiamo continuare a crescere rigogliosi, a lungo, a pensarci in modi nuovi.

Fatevi piacere la pagina e seguirete altre microstorie.

018

 

Stamane esco a camminare vicino casa, su quell’argine che costeggia il piccolo fiume, accompagnato dai lampioni.

Incontro nuovamente il mio amico Faro, che come sempre fa il suo dovere, anche in queste autunnali giornate di pioggia.

Mi fermo a salutarlo, e lui ne è davvero contento, perché vuole parlarmi di una cosa.

Sai – mi dice – nei giorni scorsi alcuni uomini che indossavano delle giacche fluorescenti sono passati di qui e hanno tagliato l’erba su quasi tutti gli argini del fiume.

– Io subito ero molto triste – continua lui – perché ho pensato a cosa succederebbe a me, se mi tagliassero con una macchina rumorosa lasciando solo un pezzetto di me, appena appena vicino al terreno, come hanno fatto con tutti quei fili d’erba.

Così ho pianto – mi dice – perché pensavo che i fili d’erba fossero morti. Ho pianto prendendo in prestito le gocce d’acqua che sono cadute in questi giorni, e le ho versate fino a terra.

Ho pianto, ma poi ho sentito un piccolo filo d’erba che cantava felice.

Non capivo perché.

Il filo d’erba mi ha spiegato che era contento che gli uomini fluorescenti lo avessero tagliato. Continuavo a non capire bene, ma lo ascoltavo. Mi ha detto che solo così poteva continuare a crescere. E infatti ho visto poi che le formiche ci passavano, e le farfalle ci volavano, e i bruchi ci camminavano.

Mi ha detto che tutti i fili d’erba, se crescono troppo alti, senza cambiare, prima o poi muoiono soffocati.

Così non solo ho smesso di piangere – continua Faro – ma ho iniziato ad essere felice, e respirare questa aria piovosa e umida, che fa bene alla terra, alle piante, e ai fili d’erba.

E mentre mi dice questo Faro sorride. E’ contento di avermi raccontato quella storia. E’ contento di aver imparato qualcosa di nuovo.

Ed io ora me ne torno a casa, da una passeggiata che mi ha fatto guardare ai fili d’erba in un modo che non sarà mai più lo stesso di prima.

di Donato Simone Frigotto
per Buonanotteaisognatori
illustrazione di Gaia Miacola

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