Ci sono due disgrazie al mondo: quella della passione contrastata e quella del vuoto assoluto. Con l’amore, sento che esiste a due passi da me una felicità immensa e al di là di tutti i miei desideri, che non dipende che da una parola, da un sorriso. Senza passione come Schiassetti, nei giorni tristi, non vedo la felicità da nessuna parte, arrivo a dubitare che essa esista per me, cado nello spleen. Bisognerebbe essere senza passioni forti e avere solo un po’ di curiosità o di vanità. (Stendhal)

X • ESEMPI DI CRISTALLIZZAZIONE

Come prova di cristallizzazione mi accontenterò di ricordare il seguente aneddoto. Una giovinetta sente dire che Edoardo, un suo parente che sta per tornare dall’esercito, è un giovane della più grande distinzione; le assicurano che egli l’ama per la sua reputazione; ma egli vorrà probabilmente vederla prima di dichiararsi e di chiederla ai suoi genitori. In chiesa ella scorge un giovane forestiero, lo sente chiamare Edoardo, non pensa che a lui, lo ama. Otto giorni dopo arriva il vero Edoardo, non è quello della chiesa, essa impallidisce e sarà per sempre infelice se la obbligano a sposarlo. Ecco ciò che i poveri di spirito chiamano una follia dell’amore. Un uomo generoso colma una giovinetta povera dei benefici più delicati; non si possono avere maggiori virtù delle sue e l’amore stava per nascere, ma egli porta un cappello sformato, e lei lo vede montare a cavallo in modo goffo; la giovinetta si dice sospirando che non può rispondere alle premure che l’uomo le manifesta. Un uomo fa la corte alla più onesta donna che frequenti in società; ella viene a sapere che quel signore ha avuto dei mali fisici ridicoli: le diviene insopportabile. E tuttavia ella non aveva mai avuto l’idea di darsi a lui, e quei mali segreti non nuocciono  per nulla al suo spirito né alla sua amabilità.È semplicemente che la cristallizzazione è resa da ciò impossibile. Perché un essere umano possa occuparsi con delizia a divinizzare un oggetto amabile sia che sia preso nella foresta delle Ardenne o al ballo di Coulon, bisogna per prima cosa che gli sembri perfetto, non in tutti gli aspetti possibili, ma in tutti quegli aspetti che egli vede al momento; non gli sembrerà perfetto sotto tutti i rapporti che dopo parecchi giorni dalla seconda cristallizzazione. È semplicissimo, basta allora avere l’idea di una perfezione per vederla in ciò che si ama. Si vede qui in che cosa la bellezza è necessaria alla nascita dell’amore. Bisogna che la bruttezza non ponga ostàcolo. L’uomo che ama arriva presto a trovare bella la sua amante così come è, senza pensare alla vera bellezza. I tratti che costituiscono la vera bellezza gli prometterebbero se li vedesse, e se posso esprimermi così, una quantità di felicità che indicherò col numero uno, ma i tratti della sua amante tali quali sono gli promettono mille unità di gioia. Prima della nascita dell’amore, la bellezza è necessaria come insegna; essa predispone alla passione attraverso le lodi che si sentono rivolgere alla persona che si amerà. Una ammirazione vivissima rende decisiva la più piccola speranza. Nell’amore-gusto, e forse nei primi cinque minuti dell’amore-passione, una donna che prenda un amante tiene più conto del modo in cui le altre donne vedono quest’uomo, che del modo in cui lo vede essa stessa. Di qui il successo dei principi e degli ufficiali. Le belle dame della corte del vecchio Luigi XIV erano innamorate di questo principe. Bisogna guardarsi bene dal presentare alla speranza delle facilitazioni, prima di esser sicuri che vi sia dell’ammirazione. Si farebbe nascere l’insignificanza, che rende per sempre impossibile l’amore, o almeno che non può essere guarita se non per puntiglio d’amor-proprio. Non si prova simpatia né per lo sciocco, né per chi sorride a tutti; di qui la necessità di una patina di scapestratezza, in società; è la nobiltà dei modi. Non si coglie neppure il sorriso su una pianta troppo intristita. In amore la nostra vanità sdegna una vittoria troppo facile, e, in nessun genere di cose, l’uomo è portato a esagerare il prezzo di ciò che gli si offre.

XI

Una volta che la cristallizzazione sia cominciata, si gode con delizia di ogni nuova bellezza che si scopre in ciò che si ama. Ma cos’è la bellezza? È una nuova capacità di darvi del piacere. I piaceri sono diversi in ogni individuo, e spesso sono opposti: questo spiega benissimo come ciò che è bellezza per un individuo è bruttezza per un altro (esempio probante di Del Rosso e di Lisio, il I° gennaio 1820). Per scoprire la natura della bellezza, conviene ricercare qual è la natura dei piaceri in ogni individuo; per esempio, a Del Rosso occorre una donna che consenta qualche gesto ardito, e che, con i suoi sorrisi, autorizzi delle cose molto spinte; una donna che, in ogni momento, abbia come oggetto della sua immaginazione i piaceri fisici, e che ad un tempo ecciti il tipo di galanteria proprio a Del Rosso e gli permetta di manifestarla. Del Rosso, a quanto pare, intende per amore l’amore fisico e Lisio l’amore-passione. Niente di più evidente che non debbano essere d’accordo sulla parola bellezza. Poiché la bellezza che scoprite è una nuova capacità di darvi del piacere, e i piaceri variano come gli individui. La cristallizzazione che si forma nella testa di ogni uomo deve avere in sé il colore dei piaceri di quest’uomo. La cristallizzazione dell’amante di un uomo, o la sua BELLEZZA, non è altro che l’insieme di TUTTE LE SODDISFAZIONI di tutti i desideri che egli ha potuto formulare successivamente nei suoi riguardi.

XII • SEGUITO DELLA CRISTALLIZZAZIONE

Perché mai si gode con delizia di ogni nuova bellezza che si scopre in ciò che si ama? Il fatto è che ogni nuova bellezza vi dà la soddisfazione piena e completa di un desiderio. La volete tenera, essa è tenera; in seguito la volete fiera come l’Emilia di Corneille, e, sebbene queste qualità siano probabilmente incompatibili, ella appare all’istante con un’anima romana. Ecco la ragione morale per la quale l’amore è la più forte delle passioni. Nelle altre, i desideri devono accomodarsi alla fredda realtà; qui è la realtà che fa tutto il possibile per modellarsi sui desideri; tra le passioni è dunque quella in cui i desideri violenti comportano i più grandi godimenti. Ci sono condizioni generali di felicità che estendono il loro dominio su tutti i modi di soddisfare desideri particolari. 1. Ella sembra di vostra proprietà poiché voi solo potete renderla felice. 2. Ella è giudice del vostro merito. Questa condizione era molto importante nelle corti galanti e cavalleresche di Francesco I e di Enrico II o alla elegante corte di Luigi XV. Sotto un governo costituzionale e che si regola sulla ragione, le donne perdono interamente questa sfera d’influenza. 3. Per i cuori romantici, più ella avrà l’animo sublime, più saranno celesti e liberi dal fango di ogni considerazione volgare, i piaceri che troverete nelle sue braccia. La maggior parte dei giovani francesi di diciotto anni è allieva di J.-J. Rousseau; questa è una condizione di felicità importante per loro. In mezzo ad operazioni così deludenti per il desiderio della felicità, la testa si smarrisce. Dal momento in cui ama, l’uomo più saggio non vede più nessun oggetto così com’è. Egli esagera nel diminuirsi i suoi stessi vantaggi, e nell’aumentare i più piccoli pregi dell’oggetto amato. I timori e le speranze prendono all’istante qualcosa di romantico (di capriccioso). Non attribuisce più niente al caso; perde il senso della probabilità; una cosa immaginata è una cosa esistente per l’effetto che ha sulla sua felicità. Un segno terribile che la testa si smarrisce, è che pensando a qualche piccolo fatto, difficile da analizzare, voi lo vedete bianco, e lo interpretate in favore del vostro amore; un istante dopo vi accorgete che in effetti era nero, ma lo trovate ancora capace di concludere in favore del vostro amore. È allora che un animo in preda ad incertezze mortali sente vivamente il bisogno d’un amico; ma per un amante non ci sono più amici. Questo era  noto a corte. Da qui la fonte del solo genere d’indiscrezione che una donna delicata possa perdonare […]

Stendhal Dell’amore 1822

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