Paradise: l’inferno con un nome beffardo
E’ di questi giorni la notizia dell’arresto di 6 “caporali” per la morte di una bracciante agricola, avvenuta la scorsa estate. E’ la prima volta – finalmente – che i colpevoli cominciano ad avere un volto. Non è invece la prima volta – purtroppo – che qualcuno muore in quei campi che, più che terreni agricoli, sembrano campi di prigionia.
“Paradise”, uno spettacolo teatrale curato dall’associazione culturale “Acasa”, è ispirato proprio alle storie di migliaia – migliaia, non qualche decina – di braccianti polacchi scomparsi in Puglia fra il 2003 e il 2008.
Si tratta di un bellissimo monologo della brava Elisabetta Aloia, con il breve e incisivo intervento di Lucia Zotti, nel quale viene scandagliata la coscienza di una donna polacca che si trova ad essere inizialmente dalla parte degli schiavisti e poi da quella degli sfruttati, fino a maturare la dilaniante consapevolezza di quale atroce meccanismo aveva contribuito ad alimentare.
Si parla dei primi anni duemila, dunque: sono stati scritti decine di libri, articoli, saggi; è più o meno il periodo in cui io stesso ho scritto un romanzo in cui si raccontava una storia molto simile, e che mi è valso le massime onorificenze mai raggiunte in carriera. Si parla dell’inizio del secolo ma oggi, circa dieci anni dopo, il problema è tutt’altro che risolto: abbiamo avuto adesso i primi arresti per una storia del genere, con decine di anni di ritardo, e questo ci fa capire che la strada per debellare questo fenomeno disumano è ancora molto lunga.
E passa anche dalla consapevolezza di tutti noi, perché fino a quando faremo finta di niente, continueremo a mangiare pomodori senza chiederci da dove provengano, continueremo a consumare in maniera bulimica senza mai porci domande sulle conseguenze dei nostri stili di vita, questi fenomeni continueranno ad esistere indisturbati: in Puglia o in altre parti del mondo, poco importa. Ovunque si verifichino simili episodi di schiavismo, si tratta di una sconfitta per l’umanità intera.
“Paradise” è un pugno nello stomaco, uno spettacolo teatrale che ti tiene incollato alla poltrona per un’ora circa, senza interruzioni, senza mai abbassare la guardia, senza mai perdere ritmo e intensità, ben scritto, ben messo in scena e ben recitato.
Fatevi un favore: andate a vederlo.
E, soprattutto, non mettete mai cervello e coscienza in stand-by.
Le prossime date in programma sono:
22 Marzo 2017 – Mola di Bari
24 Marzo 2017 – Ruvo di Puglia
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