“A Fuxas!” – “Ciao bello” – “A testa de cazzo”

Perdiamoci di vista è un film del 1994 diretto da Carlo Verdone. Protagonisti, in questa commedia dal retrogusto amaro, sono Carlo Verdone e Asia Argento.

Trama

Gepy Fuxas, presentatore televisivo di grande fama, conduce la trasmissione Terrazza Italiana, nella quale vengono dati in pasto al pubblico una serie di casi umani, trattati con superficialità e cinismo. Durante una puntata della suddetta trasmissione Fuxas intervista una signora sui problemi degli handicappati, ma ben presto accantona l’argomento, che giudica di non grande presa sul pubblico, per mettere in piazza dolorose questioni private dell’ospite.

Arianna, una ragazza paraplegica, inizia a provocarlo dal pubblico e il conduttore risponde affermando che è molto facile ottenere gli applausi quando si sta sulla sedia a rotelle, arrivando perfino a dire che i paraplegici possono mostrarsi addirittura razzisti nei confronti della società che li snobba. L’effetto di questo intervento è catastrofico per la carriera del presentatore.

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Il giorno successivo infatti, nonostante i grandi ascolti ottenuti, il presidente della rete televisiva decide di chiudere la trasmissione e di licenziare il conduttore. Abbandonato da tutti, Gepy scopre di essere solo e che la sua vita era costruita unicamente dalla sua immagine televisiva. In un ristorante una sera incontra Antonazzi, un’altra vecchia gloria della televisione che si è riciclato in una piccola rete locale, “Televerità”: l’uomo offre a Fuxas un contratto economicamente vantaggioso che prevede la conduzione di untalk-show squallido e volgare, Galline da combattimento, in cui tre attori fingono di essere personaggi reali, litigando e sciorinando gli aspetti privati delle loro vite.

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Mentre Fuxas si riserva di decidere se accettare o meno l’offerta, reincontra casualmente Arianna che lo invita a cena a casa sua palesandogli propositi di amicizia. Una volta entrato nella vita di Arianna, Gepy capisce quanto sia vuota la sua vita rispetto a quella, varia e interessante, della ragazza. Tra Gepy e Arianna nasce un’intesa, anche se gli eventi fanno sembrare che i due siano continuamente destinati a lasciarsi e a perdersi di vista, per poi ritrovarsi sempre, più consapevoli; dal contatto con il mondo dell’handicap a lui fin allora sconosciuto Gepy impara ad allargare le sue vedute, mentre la ragazza deve fare i conti con il proprio carattere non facile e soggetto a repentini sbalzi d’umore.

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Gepy, dopo aver constatato i contenuti squallidi del nuovo programma propostogli e rifiutatosi di condurlo, decide di invitare Arianna a Praga per qualche giorno celandole il suo reale proposito, intende infatti portarla ad un consulto da un medico di fama internazionale per farle riacquistare l’uso delle gambe; Arianna subisce la visita piangendo e costringe quindi Gepy ad ammettere che per quanto possa sforzarsi egli non la accetta completamente a causa del suo handicap. Dopo un’intensa discussione fra i due, Arianna si allontana furiosamente, ma le ruote della sua sedia a rotelle si incastrano fra le grate di un tombino accanto ai binari del tram che sta sopraggiungendo, e Gepy salva la ragazza portandola via in braccio.

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Le voci sui titoli di testa. Prima indistinte, poi sempre più chiare. Forse c’è il chiaro tentativo di ‘film nel film’ del cinema di Carlo Verdone anche se quello al lavoro è un set televisivo. Realizzato dopo uno dei migliori film dell’attore e regista romano, Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Perdiamoci di vista lavora ancora sul’equilibrio tra commedia e dramma dopo Compagni di scuola e Stasera a casa di Alice.

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Gepy Fuxas è un conduttore televisivo di successo che cade in disgrazia dopo aver polemizzato in diretta con Arianna, una ragazza in sedia a rotelle. Da quel momento la sua vita cambia. Ma la ragazza improvvisamente lo ricerca.
Forse uno dei titoli di Verdone dove il suo protagonista sembra una delle ‘maschere della commedia all’italiana’. Bugiardo, fintamente bonario, ma che alla fine scopre una sua umanità. Ma Fuxas sembra ancora un’altra versione di un travestimento di una delle sue figure più famose, Manuel Fantoni di Borotalco. L’appartamento con le foto appare un riciclaggio di quel set, un altro film che raccontava lo spettacolo o meglio il sogno di un mondo dello spettacolo.

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C’è la doppiezza e l’apparenza. Lo sdoppiamento tra pubblico e privato. Tra le trasmissioni “Terrazza italiana” e “Galline da combattimento” (qui con un irresistibile Aldo Maccione nei panni di Antonazzi), Perdiamoci di vista è già una rappresentazione glaciale dell’Italia degli anni ’90, anticipatore di quella tv del dolore dove i concorrenti recitano parte della loro vita esaltandone e ingrandendone i conflitti. Una derivazione del grottesco che chiama in causa Dino Risi. Gepy Fuxas sarebbe potuto essere un personaggio di Gassman che poteva arrivare da I mostri. O un nuovo Gaucho.

Al tempo stesso però Perdiamoci di vista mostra con pudore ed efficacia la disabilità, con Asia Argento nei panni di Arianna in una delle sue migliori interpretazioni. Con uno dei finali più intensi del suo cinema, in un film che filma i due protagonisti sempre sospeso tra complicità e imbarazzo. E che lascia battute fulminanti (“Ci possiamo sedere un attimo?” – “Io sono già seduta”) o la scena in cui Fuxas si addormenta alla serata di letture di poesie a Praga, altro luogo di uno spostamento verso Est. Come Budapest in Io e mia sorella. Tra i titoli del cinema di Verdone che crescono col tempo.

[Fonti:

FILM IN TV – Perdiamoci di vista, di Carlo Verdone

https://it.wikipedia.org/wiki/Perdiamoci_di_vista]

Buona visione se non l’avete ancora visto, buon ricordo per chi non dimentica il cinema italiano di un tempo.

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