Per tre giorni sono stato in una città straniera, senza connessione sullo smartphone nè con qualsiasi altro apparecchio.
Sono stato “costretto” a fare delle cose che oggi, dopo pochi anni di assuefazione, ci sembrano quasi insolite: osservare, parlare, ricercare.
E fotografare, ovviamente.
Ho visto tanto, ho cercato e ricercato, ho voluto scoprire. Ho notato che m’incuriosiva parecchio la gente e, spesso, l’ho catturata con la mia reflex. Nel rivedere le mie foto, però, mi sono accorto che la maggior parte delle persone che ho ritratto non hanno volto: sono in controluce, o di spalle, o semplicemente troppo lontane. Cosa ho voluto rappresentare, mi sono chiesto? Forse una distanza incolmabile, o una certa timidezza; il nostro isolamento. Eppure si tratta di immagini che, ai miei occhi, presentano una forte carica emotiva.
Sospendo il giudizio, lo rimetto nelle vostre mani. E vi lascio con una bellissima citazione dall’ultimo album de “Le luci della centrale elettrica”:

“Cantami del diritto alla segretezza alla distanza alla timidezza / cantami dei posti dove il wi-fi non arriverà mai”

Testo e fotografie Manlio Ranieri

 
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