Ciao Umberto, bello poterti intervistare.

Futuro Proximo è un album che amo, potente nelle parole, nelle immagini e nella musica.

Avanguardia.

Il brano Avanguardia, in overture del disco, inizia con il vociare di bambini che giocano per la strada, mi hanno colpito al primo ascolto e mi hanno ricordato le sensazioni dell’infanzia e di tutto quel materiale luminoso di sogni e desideri dell’età, in cui la nostra anima si forma e la voglia di giocare, di guardare, di ascoltare. La voglia di futuro.

Ad un certo punto s’ode anche un grazie gioioso. C’è un motivo particolare per la scelta di queste voci e di questa immagine così bella, così forte?

No, volevo solamente che il nuovo album si aprisse agli ascolti con voci innocenti
quasi a decontestuare gli anni bui e decadenti che stiamo vivendo. I bambini vivono la loro gioventu’ ignari di quello che sarà la vita nei prossimi anni, la loro felicità, la loro spontaneità doveva essere in qualche modo immortalata, questo è il motivo per il quale ho voluto che il disco incominciasse cosi’, senza musica ma solo con voci di bambini.

La parola “Avanguardia” è una parola bellissima. Una parola aperta, piena di speranza.

Che cos’è per te l’avanguardia?

Avanguardia è avere la facoltà di migliorarsi avendo uno sguardo sempre rivolto al domani ma con raziocinio e con un autentica capacità di fare le cose bene. L’Italia non è un paese avanguardistico.

 

Alba boreale.

E’ un pezzo magnifico, pregno di domande e di immagini sul futuro.

Ci sento tanta speranza.

“L’amore diverrà tridimensionale, eliminando il margine d’errore”

E’ così?

Non lo so, la speranza non è esattamente un sentimento che mi appartiene. Mi conisdero una persona molto serena, ma contemporaneamente realistica e oggettiva nella visione della vita.
Oggi c’e’ ben poco da sperare. Alba boreale è una fotografia semmai di cio’ che siamo e di cio’ che potremmo essere se torneremo ad essere intelligenti. ma senza un qualcosa di globalmente negativo ciò non accadrà mai…deve prima riazzerarsi tutto.

 

A volte le cose vano in un direzione opposta a quella che pensavi.

 

Qui le parole sono presa d’atto e specchio della mancanza.

“Hai fiducia in me? Delle mie teorie?”

Quanto conta per te il lavoro della consapevolezza, dell’essere se stessi, nei rapporti, nella vita, nella società?

Sono una persona che si fa poche domande, quindi rispondo non lo so. Io so solamente come debbo vivere io per stare bene, il resto mi appartiene molto molto poco. Ho un educazione civica molto spiccata
e riesco ad essere senza troppi sforzi attento a tutto, questo mi consente di stare sereno con me e con le persone a cui voglio bene. Ho uno stile di vita molto nordico, quindi tutto fila abbastanza liscio, sempre.

Ieri nel futuro proximo

Il passato e il futuro sono collegati?

Quanto e come si deve (si può) alimentare il futuro proximo nel nostro ieri, nel nostro oggi?

La ricerca del nostro senso deve sempre essere attiva, vigile, pulsante?

Il futuro è collegatissimo al passato, il problema fondamentale sta nel fatto che quasi nessuno si volta indietro a guardare e ad apprezzare come e cosa eravamo. Tutti lo dicono, oggi è una frase fatta, ma nessuno o comunque solo pochissimi mettono poi in pratica i valori oramai fuori moda.
La gentilezza, l’eleganza, le buone maniere, la lealtà, sono tutti valori persi, soprattutto in molti giovani oramai senza accorgersene alla deriva. Tutti schiavetti della rete e dello smartphone, tutti ignoranti e con argomenti sciocchi, insipidi come un bicchiere d’acua caldo in piena estate.

 

Dimenticare il tempo.

La tua scrittura è piena di immagini, di metafore.

Qual è il potere della parola, oggi e ieri, per cambiare la vita in quella che vogliamo per noi?

“Oh vita mia, riprendimi, perché da solo non ce la faccio più”

A quale tipo di vita ti riferisci qui?

Per cambiare la vita delle persone “oggi” le parole servono a poco, proprio alla luce del fatto che spesso sono fasulle. L’autenticità delle cose così come dei sentimenti delle persone forse un giorno potranno cambiare la società, ma come dire, un giorno, non oggi.

Grazie per il tuo lavoro.

Ci vediamo venerdì sera all’Eremo di Molfetta per il tuo concerto.

 (recensione disco)

Annalisa Falcicchio

Colori Vivaci Magazine

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