Quanti amici avete su Facebook?

Quanti nella realtà?

Arriva il giorno del vostro compleanno o del vostro anniversario di non so che o del santo che vi ha dato il nome (in casi meno frequenti) e si riversano sulla vostra bacheca del vostro profilo di Facebook centinaia di auguri.

La maggior parte degli auguri sulle bacheche di milioni di persone è costituito da “Auguri”, i più romantici o smielati ci aggiungono un cuore, quelli più vicini, attenzione, ci aggiungono il nome: “Auguri Giovanni”, “Auguri Stefania”, così per dimostrare vicinanza.

In pochi dedicano una canzone aggiungendo l’url di un pezzo preso da youtube, che magari manco ci piace ma è guizzo di vitalità, di unicità, di comunicazione.

Ma, vi siete chiesti, dove caspita vanno a finire questi auguri volatili?

Non sarebbe meglio, se ci interessa, conoscere qualcosa in più di quella persona o ancor meglio delle persone che ci sono vicine, scrivere un pensiero più articolato, più vero, in una parola spontaneo?

E’ chiaro, sto esasperando la faccenda, non c’è nulla di male a fare gli auguri ad un semi sconosciuto o ad una semi sconosciuta, lo faccio anche io ogni tanto. Ma ogni tanto, mi chiedo, non vi assale la nausea?

Dico, sì del nulla, del comunicare poco e male.

E’ possibile attenuare l’ipocrisia che ci sta fagocitando. Lo sapete, vero?

Questi pensieri sono nati e han voluto essere visibili e vivi dopo aver fatto oggi gli auguri ad una mia cara amica, lontana, altrimenti ci saremmo viste anche per un caffè o un fiore o una mezza risata storta.

Appena mi ha sentita, e ne ha di amici, mi ha detto: “Sei l’unica che mi ha chiamato.”

In verità lei ha eliminato la data del suo compleanno da Facebook proprio per evitare la marea di auguri indistinti e senza tentativo di comunicazione vera, ma comunque chi la conosceva bene ha pensato bene di risolvere presto la faccenda degli auguri scrivendole sulla bacheca.

Comodità signori, comodità! O pigrizia mentale?

Riflettiamo.

Testo e fotografia di Annalisa Falcicchio

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