Achille non amava uscire nei giorni di pioggia.

Era così comodo accoccolarsi sul divano, stare al caldo e soprattutto non bagnarsi … ora ci avrebbe messo un’eternità ad asciugarsi e quel fastidioso odore di umidità gli sarebbe rimasto attaccato addosso per tutto il giorno.

Era stato trascinato fuori casa e aveva dovuto obbedire … ci sono giorni in cui non si può far altro che adattarsi al volere degli altri.

Candida si era tanto raccomandata “comportati bene! Oggi abbiamo ospiti”.

Achille la guardava con aria di sufficienza, fissandola sotto tutti quei peli che gli coprivano gli occhi e scodinzolando pensava: “io mi comporto sempre bene! Dovrei essere il primo cane a salire agli onori degli altari”.

Nonostante l’acquazzone, Achille approda al laboratorio di via Pisanelli 11, scodinzola e corre con le sue zampette corte sotto i tavoli e le sedie, tra telai, assi da stiro e piani di lavoro, è troppo preso dai suoi giochi per accorgersi che oggi in quel luogo, quattro donne si sono incontrate intorno ad un caffè e si stanno raccontando.

Ogni tanto Achille si ferma, le scruta e cerca di attirare la loro attenzione, ma loro ormai si sono  riconosciute.

Lui  probabilmente è abituato a respirare quell’entusiasmo e quella grinta …. o più semplicemente anche solo l’odore degli estratti delle piante tintoree , io invece seduta lì mi stupisco di quanto sia facile a volte mischiare le viscere, il cuore e i sogni.

Achille interrompe i suoi giochi, si siede, le fissa dal basso della sua statura canina:

Forse sono delle illuse che ancora sguainano spade contro i mulini a vento.

Forse sono delle visionarie che ancora credono nelle idee.

Sicuramente sono delle ostinate che in una mattina piovosa di ottobre si sono entusiasmate per un nuovo sguardo, nuovi occhi e nuove mani pronte a collaborare.

Se vi capita di passeggiare per le vie del centro di Taranto, affacciatevi in quel piccolo laboratorio di via Pisanelli; Maria, Roberta, Candida, Carla, Silvia e Claudia vi mostreranno cosa è possibile fare con la manualità, l’artigianato, la competenza e lasciatemelo dire il coraggio propriamente femminile, in una terra dove i mostri non sono solo quelli industriali, ma anche quelli benefici e protettivi dell’arte e della creatività.

Mentre girovagate per la città vecchia di Taranto lasciatevi ammaliare dalle maschere che proteggono, dai mostri che sono posti a custodire le porte dei palazzi, scoprirete la memoria e le radici nelle quali affondano le creazioni di queste giovani donne.

Questa è la breve storia di Ammostro, sei donne, un progetto di serigrafia condivisa,  ma soprattutto è la storia di un legame, è la storia di una nuova scoperta per me….ops dimenticavo, è anche la storia di Achille.

Se volete saperne di più, esplorate:  https://www.facebook.com/ammostroTA/  instagram.com/ammostrotaranto

Nicla Gadaleta

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