Il barattolo di vetro
Ti sento aprire quello spesso barattolo in vetro per i biscotti. Quel tipico rumore dell’alluminio del tappo che stride sulle dentellature in vetro. Tanto lo sai che puoi aprirlo solo tu con quelle mani. Dal mio letto caldo, appoggiata al cuscino bianco, fresco, in quell’intervallo in cui l’incoscienza del sonno fa spazio lentamente all’immaginazione stordita dall’accecante fragore sensoriale del mattino. Mantengo gli occhi chiusi ancora per un po’. La tua presenza di la’, in cucina, ho bisogno di sentirla ad occhi chiusi. Il tuo corpo che si muove sicuro nei miei stessi spazi. Ti sento appoggiare il barattolo sul piano in legno, poi aprire i pensili, per prendere il caffè. È venerdì ed avrai infilato i tuoi jeans chiarissimi, nell’assurdo chiarore della mia cucina sara’ una visione celestiale: i tuoi jeans , i pensili , le maniglie dello stesso colore avvolgente, la tua maglia di cotone leggero, le cuciture aderenti sulle tue spalle e quei bottoncini in madreperla, hai messo anche il tuo profumo. Respiro lentamente la felicità dell’amore raccogliendo briciole di illusoria quotidianità . So che di là, in quella calda cucina , la mia, qualcuno si muove ed è l’unica vera cosa che mia non sarà mai.
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