Emotional dimensions of music
Guardo dall’alto.
Indosso abiti neri, aderenti e lucidi.
Sono seduta su una poltrona di pelle nera.
Le gambe accavallate, le braccia distese sui braccioli e la testa reclinata indietro.
Sorriso sulle labbra rosse e occhi chiusi.
Mi trovo in una birreria, c’è un concerto. Sono al centro della stanza, i musicisti di fronte a me; tra me e loro le casse.
Tra le casse e il mio cervello, il mio cuore e il loro sudore.
Alcol e droga.
Ho gli occhi chiusi e riesco a vedere le loro espressioni, i movimenti, uno per uno.
A cosa pensano i musicisti mentre suonano?
Ci siamo solo noi. Apro gli occhi e vedo persone. Io non sono seduta. Apro gli occhi, guardo. Le persone sono ombre e parole.
Io sono in un’altra dimensione, tra i musicisti, la musica, il sudore, l’alcol e la droga.
C’è un bambino annoiato. Ha il viso tra le mani e muove piano la testa seguendo la musica. Sua madre ha la sua stessa espressione. È la foto di una donna e di suo figlio.
Guardo i musicisti, sorrido e chiudo gli occhi. Guardo dall’alto e sono seduta sulla poltrona.
Vestita di nero e sorriso rosso.
Cosa guardano i musicisti quando suonano?
Annalisa Petronelli, uno scritto dal nostro corso di scrittura online
iscriviti al prossimo corso:
Metafore DI CARTA corso di scrittura online
Chiedi per partecipare di iscriverti al gruppo Facebook chiuso Vivace, chi scrive