Non smettere mai di sceglierci
Quando il respiro sarà terminato.
Quando cercherai nuove poesie da distruggere di notte.
Quando ancora costruire non sarà bastato
a tenere lontano l’angoscia.
Quando cercherai nuove storie all’angolo
& lotterai col mio ricordo che vorrà sbiadire.
Quando sorriderai senza provare più paura
& ricorderai di quanta ne avevo
e di quando riuscivi a non farmela sentire.
Allora,
tienimi fra le tue conquiste e i tuoi successi
fra le parole non dette
fra le lacrime invisibili
-che verserai-
alla ricerca di schemi contenitivi.
Perché lo sai chi ha il cuore in fiamme come noi
Non può mai smettere di cercare
di grattare sul fondo delle cose.
Farsi inghiottire dal buio.
Farsi amici i demoni.
Uno ad uno.
Ingoiarsi le dita.
Ubriacarsi al mattino.
& costruire intere camere intarsiate
di falene elettriche
Alcune si vedono bene solo dopo aver spento la luce..sai?
Le mani/ i respiri/ la tristezza
Lasciali andare.
Fa che portino con sé i mille discorsi
le accuse
le cose non fatte.
Colora la purezza fra le pagine.
Il profumo delicato di quei libri
che riponi solo dopo aver letto
ogni singola parola
& accarezzato la copertina gelosamente.
Io ho stretto al petto così forte
da averne i lividi.
Ma ora lo lascerò andare
perché tutto ciò che mi legava
infinitamente i polsi
è stato raggiunto dalle parole
che lo dividono.
Chissà se un giorno riaprirò quel libro.
Troverò la foto di quei due vecchi pazzi
ancora persi a vagare in qualche viale alberato
& piangerò di gioia.
Trovandoci ancora lì ..
Lì, dove il tempo si sarebbe dovuto fermare.
Lì dove ho imparato a essere libera.
Lì, dove ne ho conosciuto il prezzo.
Lì, dove -ora- non ho il coraggio di andare.
Nella direzione che hai insegnato al mio cuore
non smettere mai di sceglierci.
Io non smetterò mai di trovarci.
Immagine di Mark Kostabi, “The secret sensation”
Testo di Donatella Ro
* La & commerciale rimanda all’influenza che su di me hanno esercitato le letture beat, Gregory Corso, Allen Ginsberg, Kerouac, dove il senso stesso del termine beat era da rintracciare non solo nel riferimento ritmico al jazz ma anche in quello spirituale di beato, illuminato. Le volute ripetizioni, il ritmo incalzante sono figlie dell’ammirazione per questa corrente, che non si può ridurre a mera “poesia di strada”, ma che divenne un vero e proprio movimento culturale contro il mondo dell’editoria e non solo, dove la poesia non trovava più spazio e se ne riappropriava a suon di graffi e morsi.