L’età dell’innocenza è un film del 1993, ambientato nella new york ottocentesca, con un tema chiaro riguardante il rapporto tra artificio e natura, tra convenzione e desiderio di essere al di là, come dirà Madame Olenska, una raffinatissima Michelle Pfeiffer e quanto mai adatta al ruolo di contessa europea, seppur di origini americane, che è fuggita da un marito che a lei preferisce le prostitute e le porcellane; Madame Olenska, è una europea, francese, del tutto anticonvenzionale, rispetto ad una moralità americana, come viene descritta nel flm, attenta alle apparenze, sarebbe bastato un sussurro a distruggerne l’armonia di quei salotti dove la migliore aristocrazia newyorkese soleva riunirsi (come la prima scena del ricevimento organizzato da Boford). Madame Olenska si è trasferita da poco nella sua terra d’origine, dopo essere fuggita dal marito ed aver stretto un rapporto con il suo segretario, viene portata all’opera, insieme alla cugina May Welland, causando sin da subito un affronto al ben pensare newyorkese, che ammette legalmente il divorzio, ma non nella pratica, la sua etica non vede di buon occhio azioni di questo genere. May welland, è la futura sposa di Newland Archer, legale e gentiluomo, che apprezza la poesia, l’arte, l’opera e, a differenza dei suoi simili, è capace di provare autentici sentimenti oltre la maschera delle buone maniere e delle convenzioni di classe. Archer, era divertito dalla serena ipocrisia dei suoi pari, anche se decide, come tutti quelli del suo rango, di annunciare pubblicamente il fidanzamento con May, una delicata Winona Ryder, con un ballo, regalandole anche un prezioso gioiello. Di quale innocenza si parla in questo mirabile affresco dell’aristocrazia americana se non di quella della futura moglie di Archer? E’ la sua innocenza quella che verrà preservata dall’incontro con il mondo, tant’è che fino alla sua morte a poco più di cinquanta anni, crederà che il mondo è un posto stupendo, scevro da insidie e pericoli; il suo futuro marito, e poi marito effettivo, dopo un fidanzamento prolungato, al contrario ha già intelligenza delle maschere e della meschinità dei suoi pari, forse per questo motivo che una consorte di ventidue anni, non può tenere testa ad un uomo che cerca di essere diverso da chi viveva in un mondo di geroglifici in cui ciò che si pensava davvero non veniva mai detto. C’è una donna che può sopperire a questa mancanza, il giusto compromesso tra forma e la sostanza, tra i pranzi sontuosi e le congiure che si creano in essi; Madame Olenska, rappresenta la rottura con lo status quo, ad esempio quando i Van Der Laidens, organizzano un ricevimento con il loro cugino duca, come pretesto per omaggiare l’europea appena arrivata, dopo che quest ultima è stata rifiutata dagli altri convitati, al ricevimento organizzato dalla Mingot, nobildonna influente, nonna di Olenska e May, abitatrice di un appartamento dall’aria esotica che ricorda i romanzi francesi. Le persone newyorkesi si rifiutano di incontrare una donna tanto immorale. Sin da subito, Archer nonostante pensi che May sia tutto ciò che egli stimava, pur essendo che dietro quel sipario si nasconde una vacuità (come quando durante il viaggio di nozze Archer dichiara di aver avuto una conversazione piena con un uomo parigino, parlando di letteratura, citando addirittura Guy de Maupassant, May definisce questa persona ordinaria), Archer prende le difese di Madame Olenska. Inanzitutto organizza per riparare il torto da lei subito dopo il fallimento del ricevimento organizzato dalla signora Mingot, il pranzo dei Van der Laidens, successivamente intercederà perché lei non divorzi dal marito conte per non far apparire la cosa pubblicamente con uno scandalo contro la morale. In ogni questione riguardante Ellen (Madame Olenska) egli si schiera dalla sua parte, si emoziona al sentire il suo nome, Madame Olenska è suo vero amore. L’età dell’innocenza è un film che parla anche di arte, i riferimenti non sono mai casuali, ad un certo punto Archer chiama una domestica Agnes, come la Agnes Grey di Anne Brontë, oppure le corpulente e chiare figure di William Adolphe Bouguerau, o i Macchiaoli collezionati da Madame Olenska, un dipinto di Tissot o ancora il puntinismo di Seurat che ci è ricordato dalla scena in cui Madame Olenska è al sole con un ombrellino. Tutto è arte, la fotografia già avanti per un film del novantatrè incanta per la sua perfezione. Archer è attratto dall’essere controcorrente di Olenska, arriva in ritardo al ricevimento organizzato da Van der Laidens, e non sembra preoccuparsi di questa sua negligenza. Ha avuto un marito conte che l’ha tenuta come segregata, ora ambisce a riavere se stessa anche se sostiene di aver bisogno di protezione. Vuole essere sola affinchè ci siano amici che riempiano la sua solitudine. Le tinte rosse del film, soprattutto il rapporto tra Archer e May, ricordano, il capolavoro di un anno prima, Dracula; il candore della pelle di Mina Harker, la stessa Winona Ryder, non è dissimile da quello di May e non a caso Jonathan Harker è come Newland Archer un legale. Archer si fa garante dei diritti di Madame Olenska, lei ha il diritto di costruirsi una propria vita afferma, una donna deve avere la stessa libertà degli uomini al punto che Olenska fa una cosa che nei salotti newyorkesi equivale al peccato capitale: allontanarsi da un gentiluomo per cercarne un altro. Olenska, da buona europea, vive in un universo di occhi di vetro dove nessuno è interessato a sentire la verità, dove tutti le chiedono soltanto di fingere, non c’è nessuno qui che pianga davvero. Olenska ha già intuito il fuoco dell’amore di Archer destinato ad estinguersi, già quando gli chiede se il suo amore per lei ed in generale abbia un limite. Archer, già cambiato in se stesso dall’incontro con Olenska, le fa mandare delle rose gialle, dei mughetti invece per May. La vita che Olenska ha condotto in europa tuttavia è stata molto più intensa dal punto di vista della cultura e delle cose artistiche, sostiene che la sua vita era piena di mostre e di artisti, soprattutto quelli di palcoscenico invitati da suo marito. A New York non incontrato un solo artista da quando sono qui, afferma, l’america è l’aridità, Archer tuttavia conosce dei pittori e ne apprezza l’opera. Egli è davvero diverso? Quando sono a Parigi o a Londra non perdo una mostra afferma Archer, ma la sua è una cultura di cui nutrirsi in un nascondiglio, con l’unico compagno del braciere, con dei libri che arrivano sempre da lontano, dall’Inghilterra. Archer non vuole che Ellen divorzi, ella lo ringrazia di questo suo saggio consiglio, dicendogli di aver fatto la cosa giusta, ma adesso il suo rapporto con Archer è cambiato. Poteva essere un buon compagno di conversazione, di introduzione al mondo newyorkese, adesso è invece qualcosa da cui fuggire. Fugge dall’amore che prova per lui e dalla sua protezione. Questo è confermato quando Olenska e Archer si ricongiungono e Olenska: non posso sentirmi infelice quando voi siete qui. Senza Olenska Archer vive nella nebbia, perfino i suoi amati libri fatti spedire da Londra sono cenere. Archer, con l’intercessione di donna Mingot, sposa May Welland, i loro viaggio di nozze si svolge tra Londra e Parigi. May è meravigliata dalla diversità delle donne londinesi e trova ordinaria la personalità invece brillante di un francese con il quale Archer conversa a Parigi. May e Archer sono diversi in fondo, l’età dell’innocenza di May, non basta a giustificare la sua grossonalità. Archer avrebbe dovuto sposare Olenska, ma le cose passate lo impedivano. Durante il viaggio di Nozze Archer pensa a Olenska come il più malinconico e intenso di una schiera di fantasmi. Dopo un anno è mezzo Archer incontra nuovamente Olenska, afferma di sentirsi cambiato fino al momento in cui l’ha rivista, questo perché l’amore e l’inconscio lavorano sullo stesso piano, l’inconscio è fuori dal tempo, si ama per sempre; Archer afferma: tu mi hai fatto intravedere i primi lampi di vita vera e poi mi hai detto di continuarne a vivere una falsa, tutto ciò che impossibile da sopportare, continuare a fare un doppio gioco senza che nessuno se ne accorga. Invece tutti sanno del loro rapporto e anche May ne è consapevole. May si meraviglia che Archer non le legga più poesie poi dice Newland morirai di freddo, mentre Archer si sporge dalla finestra aperta, ma Archer pensa in sé ma io sono morto, sono morto da mesi e mesi. Archer non può vivere senza di lei, ma è prigioniero tra le sbarre della bella apparenza americana. Un altro evento raffoza le sue prigioni, la gravidanza di May; dalla prima gravidanza di May nasce Ted e poi un’altra figlia femmina, tutto si svolge all’interno di quella stanza dove erano avvenute quelle cose concrete che avevano sviluppato la sua doppia esistenza, quella di amante, quella di marito. In quella stanza è restata separata dal mondo May, nella sua età dell’innocenza, fino alla sua morte prematura per polmonite. Intanto Madame Olenska, che era tornata in Europa dopo aver rifiutato il ritorno con il suo ex marito conte grazie all’azione di donna Mingot, era diventata per lui qualcosa di astratto, da pensare serenamente, come un’amante immaginaria di un libro o di un quadro. Gli ultimi minuti del film rappresentano un Archer di cinquantasette anni, canuto, che parla con il figlio Ted della rinuncia a ciò che desiderava di più al mondo, Madame Olenska.

Giovanni Sacchitelli

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