Da un punto di vista puramente filosofico si definisce soggetto l’attività di cogliere gli universali o essenze, e non
si parla di soggetto psicologico (empirico) con le sue particolarità e le sue rappresentazioni private che in secondo
luogo afferiscono al soggetto metafisico; le scuole di pensiero a riguardo sono molteplici ognuna delle quali con
un’idea differente riguardo alla purezza del soggetto, alla preesistenza di idee innate o congenite, alla presenza
di idee non come concetti ma come regole di organizzazione del molteplice (Kant, Critica della ragion pura), la
scuola cartesiana, razionalistica o l’empirismo inglese che vuole che tutto derivi dall’esperienza. A parte queste basilari conoscenze filosofiche, soggetto va inteso soprattutto, in questo argomento che voglio sviluppare, come rapporto con il sistema azienda, con le sue regole, la sua peculiare etica e la sua particolare struttura. E’ stato necessario che lo sviluppo industriale di metà ottocento e la conseguente nascita della società moderna, tanto odiata, non a torto, dalla cultura romantica e più avanti simbolista, facesse nascere delle riflessioni intorno allo status del soggetto, riflessioni ovviamente filosofiche, e al suo essere alienato nel sistema capitalistico. Chi voleva, come kant, che il soggetto si librasse puro nell’aria senza tener conto delle imperfezioni conoscitive, nel sistema soggetto-azienda è fuori strada; la filosofia marxistica fu la prima ad avvisare l’uomo moderno, inconsapevole degli effetti di uno sviluppo tecnico-industriale fuori dalla sua portata di essere finito e irrazionale, delle nefaste conseguenze di un sistema che crea delle sovrastrutture.
La struttura, banalmente, i rapporti di forza tra capitale e proletario, e il metodo di vita alienante, creano delle
false credenze, come la religione, o delle politiche ideologiche spesso frutto dell’inconsapevolezza dell’uomo ingenuo ottocentesco, creando delle idee di benessere e di sviluppo tecnologico sostenibile, pari alla ragione che genera mostri di Goya (el sueno del la razon produce monstruos. 1797). Il soggetto dunque è intriso di sovrastruttura, non solo il soggetto del basso ma anche i portatori della vita intellettuale, che creeranno il sistema azienda, ottimizzando sempre più la produzione (da Ford in poi) arrivando ai tempi attuali, con la lean organizzazion. Si pensava che uno sviluppo tecnologico non avrebbe portato all’uomo servo della macchina, all’alienazione come il celebre tempi moderni di Charlie Chaplin, si pensava semplicemente che tutto sarebbe andato regolare, come i conti esatti di un contabile, si produce di più, tutti stiamo bene, c’è lavoro, c’è profitto c’è beneficio. Indubbiamente lo sviluppo tecnico ha i suoi vantaggi, basti pensare alle macchine che aiutano chi è affetto da disabilità o gli apparecchi per non vedenti; tutto questo riguarda l’idea democristiana di tecnologia, non certamente una riflessione astratta o filosofica. Spesso ci si chiede il perché di discipline contemplative come la filosofia, che non ha nulla da spartire con la sociologia o la psicologia e tantomeno dell’arte, compresa la poesia e la letteratura. La  filosofia è tecnica, precisione, analisi, matematica, comprensione profonda di ogni singolo aspetto della vita che ci circonda.
Ed è filosofico certamente il modo di vedere il sistema azienda e il soggetto conoscitore che deriva da questo organismo.
Hegel fu il primo ad identificare l’organismo, il fatto che un’asserzione è inserita in un sistema di asserzioni, azionato ed influenzante la proposizione in esame. Il soggetto conoscente nel sistema azienda è azionato dall’organismo soggetto-azienda. Uso il termine azienda, perché esso, dal punto di vista dottrinario, incarna meglio l’idea di lavoro e posto fisso che noi del presente condividiamo. Il buon senso vuole sicuramente un soggetto inserito nel sistema funzionale che abbia una postazione fissa, per sempre, dedicando una parte della propria anima, per sempre al sistema industriale moderno. Chi avrebbe mai pensato dopo la rivoluzione industriale inglese di metà ottocento che la vita sarebbe stata condotta non in normali appartamenti, me negli slums? Non certamente la psicologia, che non esisteva nemmeno come scienza affermata, la sociologia o l’economia classica potevano prevedere le conseguenze di uno sviluppo industriale deleterio, non per i capitali, ma per una  parola tanto strana, “anima”. L’utilitarismo che consegue dalla visione moderna delle cose, fa si che ogni percezione sia passeggera e passi di moda dopo pochi attimi di secondo, il nichilismo vuoto e la velocità tipica delle catene di montaggio si fa strada, come disse anche Deleuze, nelle cose di ogni giorno. Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che vien fuori dal sistema azienda. L’azienda è un posto dislocato dalla città, appartiene alle zone di confine, la periferia, dove il futuro è lì per essere costruito su solide basi, lontano dalla piazza o dal centro storico dove  ancora un barlume di storia e storicità permane indisturbato prima di entrare nelle mani dei beni culturali e de museo.
Il museo è il peggior risultato dell’anima aziendale moderna. Il soggetto azienda è tuttavia supportato da una branca della conoscenza piuttosto contemporanea, l’economia. L’economia è una scienza che costruisce le sue teorie su basi  di cartapesta, fa uso ridente e ottimistico dei diagrammi della matematica, è amica fidata della contabilità. Personalmente non credo nell’esistenza del demonio, ma se qualcosa di simile si manifesta è nelle scritture contabili. In che senso demonio?
Il demoniaco, il malvagio, è la perfezione degli schemi contabili, le geometrie perfette delle sue banali formule, la
mancanza di attenzione al risultato di quelle attività economiche, la loro imperfezione empirica, il loro essere legate al sangue caldo del proletario. Il sistema azienda prevede che i suoi adepti abbiano sempre voglia di fare, siano sempre efficienti, trasferiscano senza proteste la catena di montaggio anche nel privato; il delitto della funzionalità è compiuto. L’arte, la bellezza, la poesia, almeno quelle critiche, inserite nel sistema azienda. L’economia è una scienza simbolo del sistema-azienda, ed il suo soggetto, sicuramente non quello kantiano, di Hume, di Wittgenstein, di Locke o del genio Aristotele, è il soggetto servo del sistema economico. Immaginate interi sistemi conoscitivi basati su errori di principio. La lean organizzation, è un modello di organizzazione aziendale che mira a ridurre gli sprechi, è messa in atto spesso da ingegneri, ed è uno dei simboli della scarsa attenzione al singolo e alla sua riduzione a macchina robotica tra macchine robotiche. I sindacati non bastano. Il sistema azienda crea idee sovrastrutturali di profitto, di benessere, di aggiornamento tecnologico giornaliero e tutto ciò collide con l’essenza autentica dell’essere umano, che è contemplazione, non azione;  guardare filosoficamente vuol dire imparare finalmente a pensare, riflettere in maniera pura sull’output (utilizzando
un termine di processo aziendale) dei processi aziendali. Si ride spesso dei termini filosofici e delle sue riflessioni,
soprattutto perché spesso somigliano al gergo del linguaggio comune, essi contengono storie di pensiero centenarie e non vanno derisi o manomessi, come vuole una certa cultura post-moderna. Nonostante a prima vista siano riflessioni facilmente afferrabili da chiunque, sono poche le persone che ho conosciuto ad aver avuto idee critiche sul sistema azienda, almeno sul suo effetto più visibile, l’alienazione. Chi non si rende conto di un processo di alienazione o è stupido o  non è un essere umano sano. La sensibilità non è un dono di tutti, così come l’intelligenza, quindi i mostri frutto della iper-produttività sono di svariate sorte, perché il sistema azienda investe anche la cultura cinematografica, musicale. Gli adolescenti contemporanei hanno perso ogni idea di rispetto, amicizia, accettazione del diverso, amore in quanto servi inconsapevoli del sistema azienda applicato alla musica o al cinema. Non esiste un’azione senza una azione contraria, la fisica lo dice dai tempi di Newton, il soggetto è azionato dal sistema azienda che a sua volta stupidamente assorbe la domanda. Domanda e offerta, diade concettuale tanto cara all’economia. Esiste una via di uscita dal sistema azienda? Si, questa risposta non la dà la psicologia o l’economia stessa. La teoria critica, una forma di filosofia novecentesca, diceva di essere consapevoli del proprio essere inseriti, anche come filosofi, nello sistema industriale moderno, tuttavia l’essere critici ci aiuta a capire e nessi ed a proteggerci dagli attacchi del profitto. Impariamo a pensare.

Giovanni Sacchitelli

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