Fenomenologia di Richard Gere
Richard Gere è stato un bell’uomo, ha rappresentato l’ideale maschile di maschio tenebroso ma al contempo sentimentale, sempre se lui lo vuole. In diverse interpretazioni a partire dagli anni ottanta fino al duemilauno con autumn in new york (con Winona Ryder nei panni di Charlotte Fielding) brilla nell’iperuranio platonico come idea di uomo avvenente, prestante e passionale. Tutto inizia con Ufficiale e gentiluomo del 1982, con protagonisti egli stesso nei panni di ex teppista che ha intenzione di diventare ufficiale di marina, quindi di cancellare il suo passato di poco di buono per entrare nel novero dei gentiluomini. Film pienamente anni ottanta, lui molto giovane (33), con una splendida e sensuale Debra Winger (famosa anche per interpretazioni successive, come Voglia di Tenerezza, 1983). Storia sentimentale che pone in primo piano la furbizia delle abitanti della città vicino la caserma che approfittano delle giovani leve per trovare marito ed avere un introito fisso. Messo a dura prova dal regime militare e dalle prove psico-fisiche ai limiti della sopportazione, il protagonista ne esce vittorioso solo grazie alla cosa bella che ha accanto. Quale migliore fine per un film sentimentale anni 80? Un lieto fine con i fiocchi accompagnato dalle note della splendida canzone di Joe Cocker: up where we belong. Facendo un passo indietro a abbiamo American Gigolò (1980) che inizia già trionfante con Call Me di Blondie, simbolo dell’essenza stessa del protagonista, un gigolò, che come suona la canzone, può essere chiamato ad ogni ora (You can call me any day or night). Il protagonista infatti è un costosissimo uomo del sesso che espleta la sua funzione solo con donne raffinate, appartenenti all’alta borghesia. Apparizione decisamente meno sentimentale questa, rispetto a An officer and a gentleman, più improntata allla narrazione di un tipo d’uomo serafico e auto centrato su se stesso. Uomo dedito ai piaceri della carne, si ma con stile. Come la fuoriserie senza tettuccio che usa per gli spostamenti a Los Angeles. Pretty woman (1990) è invece la definitiva consacrazione dell’eroe misterioso al ruolo dell’uomo maturo-saggio. Film dalla fotografia eccelsa, che ancora oggi colpisce per le sue tinte di rosso acceso, è un inno all’amore sentimentale, anche esso dura soltanto una settimana. Un ricco uomo d’affari decide di sollevare una prostituta dal suo rango e darle l’opportunità di fargli da accompagnatrice per un determinato lasso di tempo necessario alla chiusura di un importante affare. Durante questo tempo Giulia Roberts (Vivian Ward nel film) cambierà il suo modo di vestire abituale e anche il suo punto di vista sugli uomini. Non tutti sono interessati soltanto al corpo, ma c’è chi come Edwar Lewis (nome protagonista) è in grado di amare, seppure per una sola settimana. Tutti si voltano a guardare quando la coppia sfila per la hall del costosissimo hotel in cui Edward alloggia, è davvero una bellissima donna, una pretty woman. Ultimo riferimento è Autumn in New York del tardo 2001, ben undici anni dopo Pretty Woman. Una storia meno lieta delle altre, con un finale non felicissimo, ma che comunque mantiene invariato il ruolo di Richard come bello, intelligente, intrigante e uomo.
Giovanni Sacchitelli