On the falling leaves
Ti sento scricchiolare le ossa sotto la pianta dei piedi,
le tue ossa sono foglie secche
e aghi e terra sbriciolata quasi fluida, quasi linfa
che assorbo, trattengo, spingendo forte le mie radici profonde
giù: giù dove perenne brucia il seme primordiale,
il cerchio magico delle streghe.
Per te mi spoglio dai veli di sposa,
mi mostro imperfetta macchiata di rosso.
Ha il sapore di una giornata uggiosa, sai,
la tua bocca elegante d’acero e melassa
a cui servo da bere la brina di oggi, gocce sacre su foglie d’alloro,
sui miei palmi accostati, incurvati come fossero coppa
o in cappelli di funghi giganti che spuntano lievi da un vivo velluto
di margherite e ciclamini colorati di rosa.
Amore selvatico di ghiande, sei,
profumi di vita e di morte
quando simile all’edera ti attorcigli attorno ai miei fianchi lisci e bianchi:
lisci di vento.
Come alito di autunno mi inquieti,
ti insinui indolente tra i rami
e mi soffi nei pori l’odore.
Il tuo odore io venero – passeggera reliquia!
Per la tua carne divina mi innalzo,
tra il cielo e la terra mi tendo
e faccio di me letto sacrificale, verticale.
Una velleità di tregua a volte mi acceca, mi pizzica gli occhi,
mi fa accorgere che forse il mistero più dolce
si cela alla fine di un viale,
dietro quell’eucalipto in fondo a sinistra.
Cristina Carlà
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Fotografia di Jonathan Borba