Come Filottete guerriero Acheo soffocato nell’urlo della mia cancrena

Abbandonato da quelli dalla mia specie

Ora vago senza arco e cimiero che mi rappresentino di qua nell’Ade

Invocando le Moire di ritessere un tratto del mio destino

Per disfare questa dolente fatalità.

Diversamente che io giunga Ulisse a incontrare

E con lui risolvere perché il respiro mi tolsero

A beneficio di una notte di sonno per chi mi generò

Contro questa giustizia terrena mai pagata

Da questa fetida cancrena che è l’umana empietà.

Uno scritto di Massimo Faggioni prodotto durante il nostro corso di scrittura online Mi illustro di luce vivace

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