Liza e i suoi bignè
Alle diciotto e zero sette – 18:07 – Ana sente che può spegnere il Mac e lasciare che le luci del suo ufficio facciano lo stesso, da sole, o meglio: avvisate dal segnalatore di presenza. O di assenza, in questo caso.
L’hashtag è decollato e la strategia ha iniziato a fare effetto. Non si può ancora definire virale, ma domani entro mezzogiorno – secondo i suoi calcoli – lo sarà, in maniera quasi inevitabile.
Ana è la mente che c’è dietro il marketing, e se quei nuovi biscotti sono diventati praticamente introvabili il giorno stesso in cui sono stati messi in vendita è perché nella catena della loro distribuzione c’è quella precisa strategia che lei ha architettato. Ana sa come si genera un desiderio. Sa calcolare come e quanto verrà condiviso e in che misura la sua condivisione ne amplificherà la portata.
È il meccanismo su cui si basa il suo lavoro, forse quello su cui continua a reggersi una società dei consumi che divora molto più delle risorse che ha a disposizione, come quelle palme che avevano in giardino e che sono state attaccate da quel coleottero rossastro, che nel giro di poco gliele ha fatte trovare scavate dal di dentro, vuote: un tronco esteticamente ancora intatto ma senza più alcuna goccia di linfa vitale.
Ana sa che nessuno aveva realmente necessità di un nuovo biscotto fatto con ingredienti pessimi. È per questo che le serviva una strategia, affinché la gente ne avesse bisogno.
Bisogno.
Bi-sogno: due volte sogno, uno notturno e uno ad occhi aperti.
Sotto il braccio ne porta tre scatole per gli amici che – sapendo che lei lavora là – le hanno chiesto se almeno lei riuscisse a procurarseli.
Lei sa che invece, a casa, l’aspettano i bignè alla crema fatti in casa da Liza, e quelli sì che sono dei dolcetti tutti da leccare e gustare. Ana sa anche che, per averli, le ha promesso di leccare anche quel nettare meno dolce ma altrettanto gustoso che sgorga fra le sue gambe, quando hanno bisogno della sua lingua. Quello sì che è un bisogno.
Ana sa quello che vuole, non le serve una come lei che glielo dica.
Ana, adesso, vuole Liza e i suoi bignè.
Testo di Manlio Ranieri
Fotografia di copertina di Alysha Rosly su Unsplash
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