Le rose di Capodanno
Pensate sia facile? Beh, non lo è. Per niente.
Andarsene in giro per i vicoli di pietra di queste case antiche, che per voi invece di essere vecchie valgono un sacco di soldi, in una notte invernale, con un mazzo di rose in mano, mentre voi festeggiate – rumorosi e alticci – l’inizio di un anno nuovo che vi porterà qualcosa in più o qualcosa di meno. Cosa volete che cambi?
A me basterebbe che mi portasse qualcosa.
Di solito non mi lamento, anche quando – spesso – non mi riesce di sorridere, come invece dovrebbe fare un commerciante.
In questo locale si fa baldoria, c’è musica ad alto volume, gente che balla. M’infilo, con la speranza di fare abbastanza pena a qualcuno per convincerlo ad adornare la sua casa con una rosa emaciata.
Quasi nessuno mi da retta. In molti mi rispondono con un diniego meno secco del solito, quasi con un sorriso compassionevole. Un uomo mi prende per mano e mi porta davanti a un banchetto pieno di ogni cosa da mangiare e da bere, mi versa del vino e mi mette un piatto e una forchetta in mano, invitandomi a prendere ciò che desidero.
Io volevo un euro per una rosa, di cui avrei dovuto lasciare la metà a quello che me le fornisce, che se non gliele piazzo tutte mi maltratta, anche. A volte, dopo aver tirato su troppa coca, mi ha persino picchiato. E oggi vuole che gliene venda un sacco, che è festa, ha detto. E sicuramente avrà sniffato un paio di righe in più.
Ma pazienza: mi siederò qui, all’angolo, e mi rifocillerò un attimo. Un gesto di calore in una notte d’inverno non vale soldi, ma può essere molto.
Uno scritto di Manlio Ranieri nel corso di scrittura di Colori Vivaci Magazine
La scrittura e le colonne sonore, corso di scrittura online
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