Voi riuscite a piangere in questo periodo assurdo?

Io sento questo nodo in gola, questa commozione sempre presente, il sentimento della mancanza, ma non riesco a piangere.

All’inizio della reclusione da quarantena mi è capitato di piangere guardando un video di una bimba che cercava un abbraccio dal suo papà perché non capiva assolutamente cosa stesse succedendo e cercava consolazione. Stranamente quella immagine non cruenta mi ha scatenato un pianto disperato.

Non ho pianto neppure alla notizia della morte di Luis Sepúlveda che ho conosciuto nel 2000 ad Asti durante un festival letterario memorabile per me. Quel ricordo mi ha illuminato di bellezza e di luce e per un intero giorno mi sono persa persino nella camicia bordeaux che indossava e in quella verde militare di Gianni Minà, che era con lui.

In questo periodo i ricordi sono vividi come fette di anguria tagliate a metà in Luglio.

Mi manca tutto: i concerti, il cinema, il teatro, gli eventi, le passeggiate, la mia città, i viaggi e il mio lavoro.
Eh il mio lavoro. Mica è un lavoro qualsiasi! Tra corsi di scrittura, pittura, laboratori vari, giornate vintage, lavoro redazionale e corsi online e interattivi e incontro fisso il mercoledì con annesso pranzo riunione e decodifica del mondo con la mia (anche vostra lo so eh eh, ma mia un po’ di più) Magistra Antonella Petrera, il mio è un mondo nel mondo.

Mi manca Grazia Salierno, l’insegnante di pittura di Colori Vivaci, che con la sua dolcezza presente e il suo mondo delicato fatto di acquerelli e sfumature riesce a far disegnare e dipingere tutti. Sono ancora davanti ai miei occhi i corsisti che guardano increduli i loro lavori e la fiducia che nasce in se stessi.

I balli e l’armonia di luce di Angela Arpa. Meno male che ogni giorno mi sparo le sue video lezioni di yoga. Non la ringrazierò mai abbastanza. Presenza costante.

Eh! E i corsisti dove li mettiamo?

Non posso fare un elenco perché sono tanti e non vorrei, potrei tralasciare nessuno. Loro sanno di chi sto parlando e li sogno di notte e di giorno, parlo con loro nel mio immaginario e desidero ritornare a frequentarli perché il nostro rapporto è quanto di più vivace e profondo io abbia mai vissuto in vita mia.

Amo il mio lavoro, ma lo so da quando è nato, da quando l’ho creato. E’ mio figlio, è il prolungamento del mio corpo, è materia viva. Costruisce me stessa, cresciamo insieme io e lui. Non è un lavoro, è una missione, una passione che si dirama come il fiume nel suo letto.

Per fortuna ci sono i corsi online e ogni giorno benedico gli scambi magici che avvengono nelle nostre scatoline di parole vive. E’ pure capitato che abbiamo conosciuto corsisti dell’altra parte d’Italia e che si diventi amici per la pelle e per la Vivacità. (Ciao Alessandra Cinelli!)

Odio questa incertezza sul futuro che vivo (che viviamo tutti), faccio di tutto per distrarmi, cucino, balbetto, scrivo, leggo, bevo vino, birra, pratico yoga quasi tutti i giorni (sempre santo e beato), ma la verità è che ho paura e che voglio piangere.

Le telefonate non mi danno molta soddisfazione, le video chat di gruppo zero, quelle con mio padre mi emozionano.

Insomma io voglio tornare a vivere e oggi ho bisogno di piangere.

Annalisa

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