Inferni
In quest’ultimo scritto di fine corso la Magistra ha dato via libera a scrivere di qualsiasi cosa ispirasse i corsisti, con le uniche direttive di non narrare di se stessi e di inserire nella narrazione qualcosa di rosso. Alessandra usa il lessico in un modo raffinato, pieno di contrasto, colto. Mostra una scena e nasce la storia.
Dannato in vita. Sarebbe andato all’inferno, ammesso che ce ne fosse un altro, dopo. Lo sapeva, anzi se ne compiaceva: vuoi mettere la compagnia dei rei, dei relitti umani e magari delle mignotte?
– Resta da capire in che girone ti metteranno tesoro, uno non basta.
Il suo nome è Pietro e Lia lo stava osservando seduta sulla sabbia, mentre lui trascinava i piedi nell’acqua, per gioco, per ritrovarsi bambino.
Lei non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. E vedeva e rivedeva e misurava quel corpo possente che abbraccia e stritola.
Pietro attraversava la vita azzannandola, sfondando i muri, perché il dolore gli aveva insegnato così, il dolore lui lo sopportava. Altro no.
– Pietro, e se stavolta non partissi? E se stavolta fosse diverso?
Lui affilò la lama dolce dei suoi occhi. Gli stava chiedendo di restare?
Non se ne parlava. Continuava a giocare con l’acqua.
Carne, muscoli, sangue e cuore. Ferite nel corpo e nell’anima, geografie infinite di cicatrici sulla pelle, sigilli di scontri crudeli.
Ma c’era una vena sottile, che pulsava a tratti, ed era la fragilità della dolcezza. Questa non era riuscito a farla fuori, spillava ancora un sangue rosso vivo: rigagnoli di vita, farmaco di un attimo e poi veleno letale.
Lo stesso sangue che fluiva nelle tempie di lei, avvezze a riconoscere la passione.
– Non puoi continuare a spingere nella mischia, a correre a testa bassa, a fracassarti e…
– Parto domattina, amore.
Uno scritto di Alessandra Cinelli, all’interno del corso di scrittura on line Chiaroscuro Vivace, tenuto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine.
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