Se mi cerchi, sono fuori
Se mi cerchi, sono fuori.
Se dico che sono stanca, che non voglio più credere, insistere, sperare, lottare, darmi, esserci,
tu non mi credere.
Non smetterò mai.
Perché la mia natura mi impone un moto perpetuo, un amare selvaggio e prepotente.
Devo solo aggiustare il tiro e la direzione.
Da dentro a fuori, mai il contrario.
Sono un’inventrice di storie.
La più bella che ho immaginato e creato
è stata quella di noi due insieme.
Ci ho messo così tanta cura e attenzione,
ero così presa dal mio lavoro,
da non accorgermi che tu eri una mia invenzione.
E questa sono io quando mi sbaglio.
Sono un fiume,
mi gonfio e mi ritiro, scorro impetuosa.
Esondo anche.
Posso nutrire e far crescere vita.
Posso anche distruggere.
Questa sono io quando amo.
Ricordo tutto, ma solo una parte, una versione,
di solito la migliore.
Questa sono io quando soffro di amnesia selettiva.
Porto dentro un antico dolore,
lo coltivo come come si fa con una pianta rara,
me ne prendo cura ogni giorno,
perché so che solo così metterà radici forti,
regalerà frutti di gioia e consapevolezza autentiche.
Questa sono io che elaboro i traumi della vita.
Non alzo muri, solitamente sono quella che cerca di abbatterli.
Ascolto la mia voce interiore, se canta sono felice,
se manca l’aria, vuole dire che sto annegando.
Questa sono io quando sono presente a me stessa.
Metto distanze,
proteggo il mio amore, la mia bellezza,
mi annaffio e risplendo col sole.
E questa sono io quando mi rispetto.
Ho mille idee. Le porto al letto con me
e la mattina aspetto di vedere quali,
al mio risveglio, sono ancora lì.
Quel che faccio per realizzarle è la misura di quanto credo in me.
E questa sono io quando sono insicura.
Io sono.
Io posso.
Io voglio.
Io sto.
Io osservo.
Io lascio scorrere.
Danzo.
Fotografo.
Celebro la vita.
Canto l’amore.
Resisto.
Esisto.
Libera di Essere.
E questa sono io, quando indosso le ali.
Fotografia e testo di Francesca Righi
per il laboratorio di educazione allo sguardo di Colori Vivaci Magazine
condotto da Annalisa Falcicchio
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