La macchina sfrecciava per le vie arse di una America italiana.
Le strade di campagna fatte di polvere gialla del sud e ciottoli erano intrise di odore di cactus e agave.
Ad averlo un bicchiere di tequila per dimenticare la paura.
Ad aiutare un fratello ci si può trovare in prigione.
Io mai l’avrei pensato. Sono nato nel cavolo della miseria nera e poi ho superato la guerra, adesso mi tocca la galera.
Ecco, perché al mondo la libertà è sacra. Niente e nessuno ci deve far sognare di uccidere qualcuno per poter essere liberi, d’amare, d’andare, d’agire.
Ritrovarmi nella prigione di massima sicurezza per aver agevolato e coperto un omicidio, non è come commetterlo ma è grave lo stesso.
Il marchio di prigioniero del mondo me lo porterò sempre addosso, dovrei imparare a scrivere lettere per farmi perdonare da quella povera bestia di mia moglie tradita e umiliata da quando è nata, da me soprattutto, e dai miei figli piccoli, che chissà quali cicatrici si porteranno per sempre addosso e se avranno dei figli, pure loro erediteranno questa maledetta ferita.
Forse la abbelliranno di polvere d’oro.
testo di Annalisa Falcicchio per Vivaci Maledetti, corso di scrittura online di Colori Vivaci
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© 1896 Edvard Munch (Norwegian, 1863-1944)

printed by Auguste Clot (French, 1858-1936)

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