Cinque consigli di scrittura da Quentin Tarantino
Ecco a voi cinque consigli speciali di scrittura da un genio dei nostri tempi: Quentin Tarantino
1) Rubare da chiunque. Io rubo da qualsiasi film sia mai stato realizzato. Per esempio, la sequenza della danza di Uma Thurman in Pulp Fiction è direttamente tratta da Bande à part di Jean-Luc Godard. Ovviamente rubare non significa copiare, ma prendere spunto da una scena, una sequenza, un movimento, una ambientazione, e calarla nella tua storia, sui tuoi personaggi, chiaramente quando è il momento giusto. Rubare significa ricreare, riattualizzare, aggiornare un momento che ti ha emozionato e portarlo nella tua storia, in chiave personale.
2) Scrivere nel modo in cui le persone parlano. Non c’è niente di più noioso di ascoltare personaggi che parlano in modo irreale, impostato, pronunciando parole che subito suonano false, scritte apposta, per cercare di impressionare. I tuoi personaggi, se ci hai lavorato bene sopra, sai già come parlano, e allora togliti, mettiti di lato e lascia che siano loro a parlare. Certo, devi sapere bene quando togliergli la parola, perché se li lasci parlare quelli continuano fino a sera. Tu lo sai come sono fatti quelli. E poi una cosa interessante è sentire le loro opinioni su cose, situazioni, grandi o piccoli dilemmi esistenziali. La mancia alle cameriere, il massaggio ai piedi, il significato di Like a virgin di Madonna, è interessante o divertente ascoltare diversi punti di vista su cose della vita di tutti i giorni.
3) Prendere degli elementi noti e ribaltarne il senso. E’ una delle cose che amo di più. Prendere dei topos del cinema di genere, delle regole ormai consolidate e ribaltarle completamente. Nei gangster movie, ad esempio, un classico del genere è l’impossibilità del gangster pentito di uscire dal giro criminale. Ci prova e viene puntualmente sconfitto, spesso muore male. E la morale è: non si esce dal giro, è impossibile. In Pulp Fiction ho voluto ribaltare questa sorta di regola inviolabile. Jules vuole uscire dal giro e probabilmente ci riesce, non lo sappiamo con certezza, ma l’ultima volta che lo vediamo è felice nella sua decisione di lasciare tutto. Vincent invece vuole restare nel giro, cerca di convincere Jules a non farlo, e finisce come sappiamo.
4) Mettici un tocco personale. La tua idea di cinema. Spesso questo riesce quando siamo nel nostro genere preferito. Abbiamo visto tantissimi film di questo genere e ormai la sappiamo lunga. Sappiamo tutto di quel genere, come di solito comincia, finisce, si svolge, colpi di scena, rimonte, dettagli, personaggi tipici. Bene. Abbiamo da dire qualcosa? Abbiamo una idea su come noi raccontiamo questo e quello? Il punto non è la storia, gli archetipi sono sempre quelli, il punto è come raccontiamo. La dobbiamo raccontare a modo nostro. Io ho il mio, Sergio Leone ha il suo, Godard ha il suo, e ogni scrittore deve avere il proprio. In questo, bisogna non avere freni. Lasciate viaggiare l’immaginazione e non ascoltate nessuno. O la raccontate come volete voi o lasciate perdere.
5) Non essere avari di umorismo. L’umorismo è fondamentale. Ironia, autoironia, battute, situazione tragiche che diventano comiche, Amo molto questo modo di raccontare. La realtà ha sempre diverse facce, dipende da chi le sta vedendo, dalla sua cultura, dal modo in cui vede le cose. Di fronte ad una stessa scena, uno inorridisce, un altro sorride. Senza esagerare, ma un po’ di sano humor non guasta mai. Saper inserire la giusta battuta di spirito al momento giusto è un’arte che va ben coltivata.
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