MISERICORDIA. La mia intervista a Manuela Lo Sicco, premio UBU come miglior attrice
Si chiama Manuela Lo Sicco, è nata nel 1977, e lunedì scorso ha ricevuto il prestigioso premio UBU come miglior attrice grazie alla sua interpretazione di Nuzza, una delle tre donne protagoniste di “Misericordia”, lo spettacolo teatrale di Emma Dante che andrà in scena al Teatro Koreja di Lecce il 18 e 19 dicembre.
Tanti tanti complimenti Manuela; come ti senti?
[Sorride] Questo premio mi ripaga di molti sacrifici, è il riconoscimento di più di 24 anni di carriera. Quest’anno, poi, la concorrenza era ancora più agguerrita perché i 64 della giuria hanno scelto i vincitori partendo da un bacino di spettacoli che abbracciava ben 2 stagioni, visto l’anno di stop a causa della pandemia. Sono felice!
MISERICORDIA è un ritratto di famiglia poetico e allo stesso tempo struggente, la rappresentazione di un inferno contemporaneo. Perché la scelta di narrare proprio questo spaccato di umanità?
Emma ha sempre sentito la necessità di parlare delle minoranze e delle diversità, questo per esempio è il racconto di tre donne al margine e di un bambino difettoso, che la società non aiuta in alcun modo. E’ come se si spiasse dalla serratura di una porta, come se si guardasse in silenzio ciò che accede nel quotidiano di persone qualsiasi che un giorno, improvvisamente, prendono una decisione cruciale.
ph ©Masiar Pasquali
Esistono mondi in cui le donne sono condannate a lottare se vogliono sopravvivere, a combattere per emergere dal degrado e dallo squallore in cui la società sembra averle relegate, donne che cercano un riscatto. Come ci si salva dalla disperazione?
Rispetto alla posizione femminile in generale, credo che ci si possa salvare continuando a lottare, probabilmente lotteremo per sempre. Ci possiamo salvare grazie alla sorellanza, all’aiuto che possiamo darci nell’alzare lo sguardo, evitando così di concentrarci su un’unica visione del mondo. Dobbiamo praticare la forza di resistere; e aggiungo: le donne di MISERICORDIA sembrano non salvarsi, ma in realtà la scelta misericordiosa di lasciar andare qualcuno o qualcosa è in sé un atto di forza e liberazione dal giogo sociale e da ciò che normalmente ci si aspetterebbe.
MISERICORDIA è una favola contemporanea, racconta la fragilità delle donne e la loro disperata solitudine. Capita spesso di leggere che “che ci si salva da soli”, è proprio vero?
Assolutamente no, credo che si ci salvi solo insieme.
ph ©Masiar Pasquali
In MISERICORDIA, Arturo è costretto a vivere da orfano mentre Nuzza, Anna e Bettina si prendono cura di lui come Parche che compongono una triade matriarcale. Se la diversità è un recinto che vincola tutti sia sulla scena che nella vita, il bambino difettoso è il fulcro intorno al quale può avvenire una certa liberazione emotiva?
Sì, esattamente, lui è il cuore pulsante di un corpo che ama, un corpo che decide di crescere un bambino che non è figlio suo. Credo sia proprio la sensazione di questo profondo amore a renderlo bambino, a infondergli la forza che serve per fare dei gesti apparentemente semplici, come quello di vestirsi da solo ad esempio, che però lo rendono autonomo, e quindi libero.
Quello di MISERICORDIA è un teatro che punta all’essenza anche tramite l’utilizzo di una lingua che parla direttamente alle viscere; che ruolo ha la lingua nella narrazione degli ultimi?
Lo spettacolo è interamente in dialetto, l’intento come dici giustamente è quello di arrivare all’essenza perché solo così si può aderire alla vita. Sabato e domenica si parleranno tre dialetti in scena: quello siciliano, quello pugliese e quello del corpo.
Il dialetto del corpo.
Sì, vale a dire un linguaggio libero molto istintivo e disarticolato. Un bravo ballerino danzando parla una lingua che ha dei codici precisi, una grammatica e una punteggiatura propria. Simone Zambelli invece, nei panni di Arturo, si muove in maniera disarticolata, creando così una nuova geometria, una dinamicità delle relazioni e dei linguaggi presenti sulla scena.
Quindi il corpo si mette a disposizione della lingua e diventa esso stesso linguaggio istintivo, liberatorio, apotropaico?
Esatto.
Grazie Manuela, ci vediamo a teatro.
Ci vediamo a teatro.
ph ©Masiar Pasquali
MISERICORDIA
scritto e diretto da Emma Dante
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli
Lecce | 18 e 19 dicembre 2021
Teatro Koreja
Cristina Carlà